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Fu Ligabue in tv, oggi Flavio Bucci vive in una casa famiglia: “Ho bruciato 7 miliardi in droghe”

Flavio Bucci, attore che interpretò il pittore Ligabue e che vanta la partecipazione a decine e decine di film per il cinema e la televisione, confessa di essere finito a vivere in una casa famiglia: “Ho speso tutto in alcol e droghe. Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi. L’alcol mi ha distrutto? Mah, ha mai provato a ubriacarsi? È bellissimo”.
A cura di Stefania Rocco
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Flavio Bucci rilascia un’intervista al Correre della Sera cui confessa di essere finito a vivere in una casa famiglia. Attore di cinema e televisione, produttore e doppiatore, vanta la partecipazione a decine e decine di film. Enormi i guadagni realizzati lungo il corso della sua carriera, tutto speso in alcol e droghe. Non se ne pente, però, nemmeno in considerazione di quei fasti che non potranno mai più ripetersi:

Per fortuna ho speso tutto in donne, manco tanto, che me la davano gratis, vodka e cocaina. Scarpe e cravatte che non mettevo mai. Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi. L'alcol mi ha distrutto? Mah, ha mai provato a ubriacarsi? È bellissimo. Lasci perdere discorsi di morale, che non ho. E poi cos'è che fa bene? Lavorare dalla mattina alla sera per arricchire qualcuno? Non sono stato un buon padre, lo so. Ma la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?

Una carriera vissuta accanto ai grandi

Bucci ha lavorato accanto ai più grandi maestri del cinema italiano. Ugo Tognazzi era “l’unico che sapeva vivere davvero”, mentre con Alberto Sordi non nacque una forte simpatia: “No, no, mi stava proprio sui cog***. Ogni giorno, mentre pranzavo nel camper, bussava il suo assistente. ‘Chiede Alberto se t’avanza qualcosa per i cani’. ‘Niente, digli che mi so’ mangiato pure le ossa’”. Fu lo sceneggiato Rai dedicato al pittore Ligabue che lo consacrò: “Una fatica psicofisica immane, tre ore di trucco, pieno di lattice sulla faccia e due calotte sulla testa che mi gratto ancora oggi”.

Una vita spericolata

È una vita spericolata quella che Bucci racconta di avere condotto. Ancora oggi, a 71 anni, il giornalista lo ritrova immerso nella cenere delle svariate sigarette fumate: “Mi fanno male? Bah, c’è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima, quale sarà”. Non si è pentito, né ha rimpianti. Ha vissuto di corsa, proprio come sognava di fare:

La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi. Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti oppure se preferisce posso anche dirle che ne ho, tanto non potrei cambiare niente. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù.

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