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Gli attori che somigliano a personaggi del passato e la bufala dell’immortalità

Il caso degli “attori vampiri”, diffuso soprattutto in America, anche se fa sorridere presenta lo stesso errore di ragionamento di chi crede a bufale ben più serie, semplicemente perché suscitano sentimenti di paura e odio.
A cura di Juanne Pili
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Sembra incredibile ma c'è chi ci ha creduto sul serio: alcuni attori di Hollywood sono dei vampiri in incognito. Alcuni autori hanno ipotizzando che la somiglianza di certi attori americani con personaggi di foto e ritratti d'epoca si potesse spiegare col fatto che in realtà fossero degli esseri pressoché immortali, "quindi" dei vampiri veri e propri. In realtà avere dei sosia è una circostanza molto comune, questo vale anche se si tratta di persone vissute nel passato.

I vampiri di Hollywood. Il più longevo di tutti è senza dubbio Sylvester Stallone immortalato in un dipinto del 1511: "Il Cardinale e le virtù teologali", di Raffaello. Gli altri invece dovrebbero essere vissuti nel XIX secolo, venendo pizzicati in fotografie risalenti alla Guerra di secessione, alcuni come Matthew McConaughey e Christian Bale sfoggiano addirittura una divisa d'epoca. Alcuni cme Nicolas Cage hanno persino dovuto smentire indiretta tv l'imbarazzante somiglianza col proprio sosia del passato. Tutto questo fa certamente sorridere fino a quando il sosia scomodo non susciti sentimenti decisamente complottisti, come nel caso del Pizzagate, dove John Podesta è risultato essere somigliante all'identikit di un pedofilo attivo in Spagna. Ormai la bufala è stata ampiamente smontata. Non è certo la prima volta che tramite esempi divertenti facciamo notare fallacie nel ragionamento, che grazie all'emozione suscitata da una notizia riescono a non essere notate, confezionando vere e proprie tesi di complotto.

Quante sono le possibilità di incontrare un nostro sosia? C'è chi si è preoccupato di calcolarlo. Stando alle statistiche dovrebbero esistere almeno sette sosia per ognuno di noi. Dovremmo dedurne, visto che esistono sette miliardi di persone, che le probabilità siano molto scarse: una su 1 miliardo, anche meno se consideriamo le differenze di sesso ed etnia. In realtà sono molto più alte, dal momento che ognuno dei nostri sosia né avrebbe a sua volta altri sette, e così via. Sono tante le variabili che possiamo prendere in considerazione nel confrontare dei volti, ci sono anche dei caratteri "standard" che possono accomunare un gruppo di persone, di cui dobbiamo tenere conto e che permettono di ricostruire i volti dei sospettati negli identikit. E' abbastanza comune ritenere persone, di etnia a noi diversa, tutte somiglianti tra loro. Viene in mente la battuta secondo cui tutti cinesi somiglino a Jackie Chan.

I sosia nelle discipline forensi. Il problema non è di poco conto, considerando il fatto che tutt'oggi le testimonianze giurate possono costare una detenzione cautelativa in attesa di giudizio. Non è la prima volta che degli innocenti sono finiti in carcere a seguito della convinta testimonianza di una vittima. Senza contare che questo alla fine non sempre si spiega con una concreta somiglianza col reale malfattore. In generale la memoria nelle testimonianze è sempre stato un fattore problematico. Bisogna tener conto infatti anche delle distorsioni che la nostra mente produce ai nostri ricordi man mano che passa il tempo. Inoltre ognuno di noi può focalizzarsi su certi aspetti ignorandone altri; potremmo trovare somiglianze che altri non vedono.

Sosia virali. Del resto ci sono casi divenuti virali che valgono più di mille statistiche. Come quello di Neil Douglas che incontra in aereo il suo "clone" perfetto. Oppure c'è il caso di Paolo Attivissimo ritenuto goliardicamente un crononauta, a seguito di una foto d'epoca che lo ritrarrebbe assieme ad altri personaggi storici agli inizi del XX secolo.

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