Horror e adolescenza: sei motivi per cui ci piace avere paura

Fascino del proibito, rito di passaggio all’età adulta, prova di coraggio o tattica di seduzione? Ecco perché da sempre il cinema horror piace ai teenager più di qualsiasi altro genere.
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Sia che raccontino storie di esseri demoniaci, che di sanguinosi serial killer o di bambole malefiche, i film horror sono uno dei generi cinematografi più amati, soprattutto dagli adolescenti, e che non conosce mai crisi. Per alcuni la visione di pellicole terrificanti può essere considerato un rito di passaggio, per altri è una prova di coraggio o più semplicemente un modo come un altro per fare colpo sul proprio partner. I motivi per cui i teenager sono così affascinati dal cinema dell’orrore sono tanti. Eccone almeno sei, che ci aiuteranno a capire perché il brivido è tanto amato dai ragazzi.

#1 L’irresistibile fascino del proibito

Gli adolescenti, si sa, sono allergici ai tabù. Se c’è qualcosa che è apertamente vietato, la loro curiosità comincia a crescere a dismisura e diventa incontenibile. Il fascino del proibito è di certo tra i motivi principali per cui i film horror, la cui visione è spesso interdetta ai minori, siano così amati da coloro che hanno dai 12 ai 19 anni, un’età, questa, in cui si è ribelli per definizione e le regole imposte dall’alto non piacciono. Non importa, poi, se ciò che si è visto sulle schermo fa paura ed è il motivo principale per cui di notte non si riesce a chiudere occhio, per colpa del clown di “It” o dell’assassino di “Psyco”: l’importante è soddisfare la propria sete di conoscenza.

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#2 Emozioni forti: l’horror è trasgressione

Durante l’adolescenza si è sempre alla ricerca di emozioni forti che facciano allontanare dalla monotonia della realtà di tutti i giorni, dalla scuola alla famiglia agli amici. Un modo, in poche parole, per trasgredire dalla quotidianità, come sostiene il ricercatore James B. Weaver. E’ un po’ quello che succede quando si guarda un film horror: la visione di quelle scene cruente spaventa e provoca incubi, ma questo fa probabilmente sentire più vivi.

#3 Rito di passaggio all’età adulta

Glenn Sparks, professore presso l’americana Purdue University, non ha dubbi: guardare i film horror sarebbe un residuo dell’antico rito tribale di passaggio all’età adulta. Altro che semplice intrattenimento. Ciò avviene con la sfida a vincere la paura delle scene sulle schermo e con se stessi. In altre parole, è una prova di coraggio, che dimostra quanto stomaco si abbia per superare la visione di situazioni terrificanti e come si riesca a gestire sul momento le proprie emozioni, a rischio di non dormire per mesi ed essere spaventati anche dallo scricchiolio di una porta o dalle interferenze della tv. Chi, dopo aver visto “The Ring” non ha provato un profondo senso di angoscia davanti al minimo oscurarsi del piccolo schermo? A questo si aggiunga che i film dell’orrore sono in genere destinati ad un pubblico più maturo, per cui, riuscire a guardarlo dall’inizio alla fine senza apparenti traumi, fa dello spettatore adolescente a sua volta un adulto.

#4 L’horror dà piacere: lo dice la scienza

Perché milioni di persone decidono volontariamente di provare paura guardando i film horror? A questa domanda ha cercato di rispondere anche la scienza. A prima vista sembrerebbe inspiegabile perché flotte di adolescenti decidano di sfidare il proprio stomaco rimanendo incollati allo schermo a guardare pellicole inquietanti come “Paranormal Activity” o “Oculus”. Eppure, secondo un gruppo di esperti della Maynooth University in Irlanda, “piacere e paura sono due emozioni molto vicine, che scatenano reazioni fisiologiche simili”. La stessa paura è innata nell’uomo, funzionale alla sua sopravvivenza. Quando, infatti, una persona si spaventa, l’amigdala, cioè la parte del cervello che gestisce le emozioni, innesca un meccanismo che si concretizza ad esempio nei palmi delle mani che sudano, le pupille che si dilatano e l’adrenalina che invade tutto il corpo. In pratica, stando alle parole degli studiosi, in due ore di terrore davanti allo schermo si ha lo stesso mix di eccitazione e sgomento che si prova per gli sport estremi o in situazioni di rischio, in cui i brividi finiscono con l'amplificare stati d'animo positivi e dare infine piacere.

#5 Identificarsi con il cattivo, ma solo per finta

L’adolescenza è quella parte della vita in cui ciascuno è alla continua ricerca del proprio io. Non ci si vede se non con gli occhi degli altri, e questo può portare a pensare di essere dei mostri, dei diversi o disadattati, obbligando ad indossare maschere accettabili e accettate dalla società. Un po’ come avviene ai numerosi protagonisti di film horror, come Dracula o Frankenstein. Il teenager rivede se stesso in queste figure di cattivi. Il vampiro, ad esempio, è il simbolo delle sessualità nella sua espressione più violenta, e l’identificazione con questo personaggio rivelerebbe una sorta di rabbia inconscia e di paura della morte che deve essere esorcizzata godendo letteralmente del dolore altrui.

#6 Film dell’orrore: una questione di cuore

Gli adolescenti sono spesso timidi nei confronti della persona di cui sono innamorati. Hanno necessità di creare situazioni per avvicinarsi anche fisicamente al proprio partner. Andare al cinema a vedere un film di paura può essere un’occasione unica in tal senso: se decidete di guardare insieme un grande classico horror come “L’Esorcista” o uno più recente come “The Conjuring”, è possibile che tra grida, sangue e creature soprannaturali, ci scappi un abbraccio rincuorante per fare colpo e per stringere forte la propria persona a sé.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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