I sessant’anni di Julianne Moore, da Imprevisti d’amore all’Oscar per Still Alice
Cifra tonda per Julianne Moore, l'attrice statunitense oggi, 3 dicembre 2020, compie 60 anni. Anche se a vedere Julie Anne Smith, perché questo è suo vero nome, sembra che il tempo si sia fermato almeno vent'anni fa. Eppure nel mondo del cinema ne ha fatta di strada, diventando una delle attrici più acclamate di Hollywood, tra le più intense e talentuose interpreti che il cinema contemporaneo abbia mai conosciuto. La giornalista Manhola Gargis, sul New York Times, l'ha inserita all'undicesimo posto tra i 25 attori più grandi di Hollywood. Tante le interpretazioni nel corso di questi anni di splendida carriera che le sono valse anche riconoscimenti importanti, dagli Emmy all'Oscar. Ripercorriamo, quindi, in una carrellata di film, i ruoli più iconici dell'attrice americana.
L'esordio a teatro e i primi successi in tv
Sebbene prima di arrivare ad Hollywood abbia calcato i palcoscenici di piccoli teatri di Broadway, il primo ruolo che le dà una certa notorietà è sul piccolo schermo con la fiction "Così gira il mondo", per la quale conquista il suo primo Emmy nel 1988. A distanza di due anni arriva il primo ruolo al cinema con "I delitti del gatto nero" con cui inizia la sua vera carriera nel mondo del cinema, a questo titolo seguirono altri film piuttosto noti, nei quali però non aveva ancora un ruolo principale ovvero Body of Evidence accanto a Madonna, Il fuggitivo con Harrison Ford e America oggi di Robert Altman. Da questo momento in poi, Julianne Moore ebbe modo di cimentarsi in ruoli diversi e sfaccettati, con i quali mettere in risalto le sue capacità.
Da Imprevisti d'amore ad Hannibal Lecter
Julianne Moore è la dimostrazione del fatto che si può essere delle grandi interpreti pur partecipando a pellicole non necessariamente impegnate. Ne sono una dimostrazione una serie di film realizzati negli Anni Novanta, come "Nine Months-Imprevisti d'amore" dove recitò accanto ad un giovanissimo Hugh Grant, oppure quando per i fratelli Coen ne "Il grande Lebowski" interpretò la pittrice femminista Maude Lebowski e ancora, diretta da Steven Spielberg, divenne la paleontologa Sarah Harding, nel film Jurassic Park-Il mondo perduto. Negli anni a seguire, però, non sono mancate partecipazioni a progetti cinematografici di un cero spessore. La ricordiamo in film come Boogie Nights, per il quale nel 1998 ricevette la nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista, nel 2000 fu nominata come miglior protagonista in Fine di una storia, nel 2003 come miglior protagonista in Lontano dal paradiso e miglior non protagonista in The Hours. La ricordiamo anche diretta da Paul Thomas Anderson in Magnolia, e nel film Hannibal Lecter, al posto di Jodie Foster.
L'Oscar con Still Alice
Il ruolo per il quale ha vinto l'Oscar e ha trovato il suo posto nell'Olimpo di Hollywood è senza dubbio "Still Alice", nel 2014. Nelle vesti della protagonista Alice Howland, infatti, ha conquistato il pubblico e anche la critica. La sua Alice, professoressa di linguistica affetta da una forma precoce di Alzheimer, ha regalato alla pellicola un'intensità senza precedenti. Lo smarrimento, il senso di abbandono e di sconforto, insieme alla paura di non riconoscere più una vita nella quale fino a poco tempo priva aveva vissuto con semplicità, si riversano nello sguardo fluttuante della Moore che, con le sue lacrime, ha fatto commuovere anche il suo pubblico.
I nuovi progetti
Tanti sono i film ai quali ha preso parte in questi anni, tanti sono i titoli per i quali è stata premiata vincendo riconoscimenti importanti a livello internazionale come la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, o l'Orso d'argento alla Berlinale. Proprio al 2020 risale il suo ultimo progetto cinematografico, ovvero The Glorias, dove interpreta la scrittrice, attivista e femminista Gloria Steinem, e il prossimo anno la vedremo nei panni di Lisey Landon nella serie di Apple TV+ diretta da Pablo Larraín, prodotta da J.J. Abrams e tratta dal romanzo di Stephen King La storia di Lisey.