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I soliti idioti sbarcano al cinema [la recensione]

Il film è diretto da Enrico Lando ed è basato sull’omonima sitcom, ormai già cult, trasmessa da MTV. I protagonisti principali sono il volgare imprenditore romano Ruggero De Ceglie (Francesco Mandelli) e suo figlio Gianluca (Fabrizio Biggio), colto, ingenuo e sensibile, nonché illibato.
A cura di Ciro Brandi
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i soliti idioti

Il film è diretto da Enrico Lando ed è basato sull’omonima sitcom, ormai già cult, trasmessa da MTV.  I protagonisti principali sono il volgare imprenditore romano Ruggero De Ceglie (Francesco Mandelli) e suo figlio Gianluca (Fabrizio Biggio), colto, ingenuo e sensibile, nonché illibato.

L’imprenditore e donnaiolo romano Ruggero De Ceglie è adirato. Il figlio Gianluca sta per sposarsi con una maestra d’asilo tutt’altro che attraente e questo per lui è insopportabile. Ruggero decide di scommettere con un altro imprenditore, un certo Cicco, suo amico, che il figlio finirà a letto con la Sorcicova, una famosa top model di lingerie e per vincere si finge addirittura malato terminale, facendosi portare dal figlio fino a Roma per trascorrere i suoi ultimi giorni e fargli conoscere la modella. Intanto alcuni ospiti al matrimonio vivono le loro disavventure quotidiane: Fabio è convinto di essere incinto del suo compagno, Fabio anche lui, e scambia la reazione attonita delle persone per omofobia; Sebastiano, un povero fattorino metallaro che deve consegnare il regalo di nozze agli sposi, viene continuamente tormentato da Gisella, un’impiegata delle poste, e tanti altri.”

Ci aspettavamo di trovarci di fronte ad un collage di sketch già visti in tv, invece “I soliti idioti” è un vero e proprio film comico, ben diretto, anche se in pochi punti fa davvero ridere. Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio sono molto bravi a districarsi nei vari ruoli, o macchiette,e oltre a ricoprire il ruolo di protagonisti, sono anche autori della sceneggiatura. I temi ricorrenti sono sempre gli stessi: il razzismo, il finto perbenismo, i pregiudizi, mettendo alla berlina la società e le istituzioni italiane della nostra epoca.

Rifacendosi a battute già ben collaudate e a dialoghi alquanto sboccati (talvolta gratuitamente), il film riesce a far breccia negli spettatori più giovani e che magari già sono fans del duo comico, ma sinceramente crediamo che la pellicola lasci il tempo che trovi, anche se siamo certi che il boxoffice la premierà. Mistero del cinema italiano.

Voto: 5-

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