I tatuaggi al cinema rendono indelebili anche le scene di un film (FOTO)
Si dice che i tatuaggi raccontino la persona che li sfoggia. Segno permanente sulle pelle, solitamente rimarcano un momento cruciale della vita di qualcuno. Anche nel cinema i tattoos rivestono una certa importanza: sulla caratterizzazione di un personaggio spiegandone il passato, convinzioni del presente e speranze per il futuro; in diverse commedie il tatuaggio è fatto per gioco e rappresenta un soggetto così "ridicolo" da far ridere migliaia di spettatori; infine è talvolta sfoggiato per rappresentare la forza e potenza di un personaggio. Che siano stati poco ben rifiniti, o che appaiano come vere opere d'arte (come i tattoo dei protagonisti di "Divergent") l'attenzione del pubblico si sofferma anche su quello che potrebbe sembrare un semplice dettaglio.
In "1997: Fuga da New York" c'è un cobra che campeggia sull'addome di Kurt Russell, che recita nei panni di un ex militare "Snake" Plissken, diventato l'uomo più ricercato negli USA. Condannato alla pena capitale, viene inviato dal commissario di polizia a salvare il Presidente degli Stati Uniti, la cui vita è in pericolo a causa di un dirottamento aereo. Il soprannome del protagonista, l'anti-eroe per eccellenza, deriva proprio dal vistoso, sebbene non finemente disegnato, tatuaggio a forma di serpente che diventa quasi un simbolo della sua forza e capacità di sopravvivere in qualsiasi situazione.
Ne "La promessa dell'assassino" Viggo Mortensen interpreta un mafioso russo, Nikolai Luzhin e sfoggia i tatuaggi "d'ordinanza": ogni disegno impresso sulla pelle ha un significato specifico. L'attore ha studiato tutto ciò che riguarda la "criminologia dei tattoos" ed è in grado di spiegare tutto ciò che simboleggiano, ad esempio le stelle sulle ginocchia indica che il protagonista non si sottomette di fronte a nessuno. Mortensen ha anche raccontato, dopo l'uscita del film, che non volle cancellarsi i tatuaggi dopo una giornata di riprese e uscì lo stesso fuori a cena: il padrone del ristorante russo rifiutò di parlare con lui a causa dei segni impressi sul suo corpo. L'attore dovette rassicurarlo, spiegando che erano lì temporaneamente e solo per esigenze di copione.
Dal neo-nazista Derek Vinyard, interpretato da Edward Norton in "American History X" e la sua vistosa svastica sul petto, fino al drago sulla schiena della protagonista Mara Rooney nei panni di Lisbeth Salander in "Millennium – Uomini che odiano le donne", passando per l'idea di giustizia incisa sulla schiena dell'indimenticabile Robert De Niro nel ruolo di "vendicatore" Max Cady in "Cape Fear – Il promontorio della paura", ci sono tanti esempi di film in cui il regista ha posto una grande attenzione anche nella scelta del tatuaggio da applicare sul corpo del protagonista: Fanpage vi propone una carrellata dei migliori "segni indelebili" di alcuni tra i protagonisti di famosi lungometraggi.