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“Il Capitale Umano” fuori dalla corsa agli Oscar 2015, niente da fare per Paolo Virzì

Rappresentante dell’Italia nella corsa agli Oscar, il film di Paolo Virzì non è stato inserito nella short list dei nove film che, fino a marzo, si contenderanno l’ambita statuetta di Miglior Film Straniero. Il presentimento è che il peso de “La grande bellezza” come vincitore uscente, abbia avuto il suo peso.
A cura di Andrea Parrella
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Un bis con due statuette consecutive sarebbe forse stata una cosa improbabile, anche se l'opera di Virzì non aveva nulla da invidiare alle concorrenti, e per qualità di scrittura che per caratura internazionale. Eppure si arresta la corsa agli Oscar de "Il Capitale Umano". La pellicola del regista livornese del 2014, non è entrata nella cosiddetta short list dei nove candidati alla statuetta di Migliori Film Straniero. La cerimonia degli Oscar dunque non vedrà incluso un film italiano, a differenza di quanto accaduto lo scorso anno, quando Paolo Sorrentino cominciò a fare incetta di premi"minori", seguendo trionfalmente quel percorso fisiologico cui sono deputati i film destinati ad essere premiati dall'Academy. Non è stato così per "Il capitale umano" appunto, che forse ha dovuto sopportare l'eredità de "La Grande Bellezza" come predecessore più che illustre.

L'Academy ha diffuso quest'oggi la lista dei nove titoli che continueranno la corsa alla statuetta, escludendo il film deputato a rappresentare l'Italia, un thriller ambientato in una grigia e torbida Brianza, simbolo di un'Italia destinata allo schianto e non più "solo" decadente, con alcuni dei volti più illustri del cinema nostrano, tra cui Fabrizio Gifuni a Bentivoglio, Valera Bruni Tedeschi, Luigi Lo Cascio. Ispirato all'omonimo romanzo di Stephen Amidon, il film si era diviso i premi principali del cinema italiano con "La Grande Bellezza" ai David di Donatello, facendo credere di poter seriamente giungere alla candidatura ufficiale per la serata di premiazione degli Oscar, ma purtroppo Virzì dovrà mandare giù il dispiacere di questo mancato riconoscimento, almeno per quest'anno.

A rimanere in gara film principalmente europei, al netto di tre pellicole provenienti da Argentina, Venezuela e Mauritania. Tra i titoli, presente anche il pluripremiato Ida, di Pawel Pawlikowski, che pochi giorni ha dominatogli EFA, i premi del cinema europeo per il 2014. A seguire tutti i candidati:

Argentina: Storie Pazzesche, Damián Szifrón;
Estonia: Tangerines, Zaza Urushadze;
Georgia: Corn Island, George Ovashvili;
Mauritania: Timbuktu, Abderrahmane Sissako;
Olanda: Accused, Paula van der Oest;
Polonia: Ida, Paweł Pawlikowski;
Russia: Leviathan, Andrey Zvyagintsev;
Svezia: Force Majeure, Ruben Östlund;
Venezuela: The Liberator, Alberto Arvelo.

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