Il lato oscuro di Steve Jobs in un documentario sulla sua vita
Steve Jobs è certamenteuno dei personaggi più rilevanti degli ultimi decenni. La sua capacità di influenza sulla contemporaneità, con le invenzioni, le idee, ma soprattutto lo spirito che ha saputo suscitare, lo hanno certamente reso un simbolo dei tempi e, se possibile, ancora più significativo dopo la sua morte prematura pochi anni fa. Da quando l'inventore di Mac, Ipod e Ipad è passato a miglior vita il mondo contemporaneo si è speso moltissimo per offrirne un ricordo esaustivo e la cinematografia si è subito adoperata per realizzare il cosiddetto biopic a lui dedicato. Due annifa usciva nelle sale jOBS, la pellicola con protagonista Ashton Kutcher che sembrava soffrire di un eccesso di captatio benevolentiae nei confronti del personaggio, omettendo molti tratti negativi della sua persona. Si pensa che certamente più articolato sarà il lavoro frutto della scrittura di Aaron Sorkin, diretto da Danny Boyle e interpretatto da Michael Fassbender.
Ma c'è un altro lavoro dedicato alla vita di Steve Jobs, un documentario, che racconta il cosiddetto lato oscuro dell'uomo Apple per eccellenza. il film si chiama “Steve Jobs: The Man In the Machine", che la stampa americana ha definito brutale come brillante e geniale. A differenza di un Jobs venerato, come siamo abituati a vedere, il personaggio, nell'opera del regista Alex Gibney, viene invece analizzato e trattato soprattutto sotto il punto di vista dei suoi lati più oscuri, le idiosincrasie, l'antipatia cronica nei confronti di molti colleghi e dipendenti. Insomma, la sintesi di qualcosa che non si era mai negato, ovvero che Steve Jobs avesse tutt'altro che un carattere facile e accondiscendente. Nella pellicola di circa due ore, che sarà destinata alla televisione, si assiste ad un personaggio praticamente orribile con chiunque stesse attorno a lui. Non è detto che quest'opera non arrivi anche in Italianei prossimi mesi e si possa così assistere al tentativo di smontare il personaggio.