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Il trailer di Hysteria: quando la scienza serve la libido

Il vibratore non è il prodotto di vogliose pulsioni libertine, ma lo strumento di fredde menti scientifiche: questa la tesi su cui poggia “Hysteria”, commedia divertente e storia d’amore.
A cura di cinema fanpage
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Maggie Gyllenhaal

Oggi è un oggetto che abita le vetrine di negozi dalle decorazioni eccessivamente rosse e di merci di una fantasia talora così enigmatica, da sollevare perplessi e ingenui "A che serve?". E se il quartiere in cui sorge questo negozio è lo stesso che abitate voi, conviene forse che l'oggetto in questione ve lo facciate recapitare in busta chiusa, rigorosamente anonima. Sì, perché l'inclusione del vibratore nel mondo della pornografia ne ha fatto un "utensile" socialmente poco conveniente. Mai, dunque, verrebbe da sospettare che la nascita di un tale strumento di piacere possa essere legata alla professione che più di tutte, forse, rappresenta l'idea di misurata e severa rispettabilità borghese: il medico.

A fare luce sull'origine del vibratore ci pensa il cinema, con una soluzione che non ha nulla a che vedere con i film a luci rosse. Stiamo parlando della pellicola "Hysteria" – di cui vi proponiamo il trailer in apertura – che racconta appunto dello studio medico entro cui, probabilmente, si inventò il vibratore. Chiamato a curare le donne malate di isteria, il dottor Joseph Mortimer Granville, interpretato da Hugh Dancy, inventò intorno al 1880 il primo vibratore elettrico.

“ Tutti hanno fatto finta che il vibratore fosse un oggetto medico e non sessuale ”
Tanya Wexler
Va detto che se la soluzione per raccontare quest'invenzione non è il film erotico, altrettanto fuori strada è chi pensa che si trovi di fronte ad un documentario. No, "Hysteria" è invece una commedia in cui non possono mancare sketch divertenti, inseriti in una storia in cui si realizza una storia d'amore e in cui, soprattutto, tutti fingono che un oggetto di piacere sia in realtà un oggetto di fredda utilità, al pari di uno stetoscopio o di una siringa. Del resto, ha osservato la regista Tanya Wexler, "C'è qualcosa che rende divertenti quegli anni del 1880, perché, per quanto rigorosi in tema di codici culturali, tutti hanno fatto finta che [il vibratore] fosse un oggetto medico, non sessuale".

L'equivoco dopotutto non era così assurdo, dal momento che in diverse parti del mondo era credenza consolidata che i sintomi dell'isteria potessero essere alleviati dall'orgasmo. Nel ‘500 alle nubili affette da stati di ansia si indicava come possibile soluzione  "un vigoroso esercizio a cavallo" o l'uso di una sedia a dondolo o di un'altalena. Nel 1653, invece, negli ambulatori si faceva ricorso a levatrici chiamate ad effettuare massaggi pelvici. Insomma, che il vibratore potesse nascere dalla mente di un medico non era, di fondo, una eventualità così astrusa e remota.

Passando al cast, il pubblico italiano ricorderà certamente Maggie Gyllenhaal, la segretaria masochista di "Secretary", e Rupert Everett, che nel film interpreta uno scienziato prestato alla "medicina". Hugh Dancy, infine, è l'attore che veste i panni del fortunato dottore Granville.

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