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Italia isolata dal coronavirus, Gabriele Salvatores girerà il primo documentario in smart working

Si intitola Viaggio in Italia, il docu-film a cui lavorerà Gabriele Salvatores. Un documentario sull’Italia messa alle strette dall’emergenza sanitaria, raccontato dagli italiani, attraverso video, voci e testimonianze della quarantena, durante uno dei momenti più difficili della sua storia. È il primo film realizzato in smart working, da casa, attraverso un team di redattori e montatori guidati dallo storico braccio destro del regista, Massimo Fiocchi. Nel 2014 Salvatores aveva realizzato un lavoro simile: Italy in a Day, una giornata tipo nella vita degli italiani, raccontata tramite i loro video e le loro emozioni.
A cura di Giulia Turco
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Una pandemia destinata a segnare per sempre la storia di un popolo, di un paese in particolare, il più colpito, l'Italia ai tempi del coronavirus. La storia è tutta dentro le case, sui balconi, nei video salvati sui telefonini. A raccontarla sarà il regista premio Oscar Gabriele Salvatores, che ha annunciato un documentario sulla quarantena, intitolato "Viaggio in Italia". Prodotto da Indiana Production in collaborazione con Rai Cinema, il docu-film sarà un lavoro innovativo anche dal punto di vista cinematografico, perché interamente realizzato in smart working, da casa. A partire dai filmati di vita privata che le persone potranno inviare alla produzione perché vengano inseriti nel film.

La raccolta di contributi video su Instagram

L'obiettivo è chiaro: restituire le voci degli italiani, durante l'emergenza coronavirus, con contributi "fai da te". Anche il regista, chiuso nella sua casa di Milano, lavorerà da remoto, raccogliendo testimonianze attraverso i social e i mezzi di comunicazione tradizionali, per raccontare la nostra storia, le nostre emozioni. Passo dopo passo, in un ordine cronologico. Da quando l'Italia guardava il virus da lontano, come una malattia sconosciuta proveniente dalla Cina, fino al crollo vorticoso delle nostre sicurezze, scardinate una dopo l'altra. Nei prossimi giorni, un team di redattori raccoglieranno i materiali, guidati dallo storico braccio destro del regista, Massimo Fiocchi. Basterà inviarli su Instagram, sulle pagine @viaggioinitaliailfilm, @rai_cinema e @theindianaway e il lavoro impegnerà l'intero team nei prossimi mesi.

È il primo film realizzato in smart-working

La scelta di lavorare da casa nasce dall'esigenza di rispettare le direttive del governo, ma non solo. Gabriele Salvatores ne fa l'opportunità per sperimentare una nuova modalità di produzione, che non ha precedenti nel suo genere. Tutti i collaboratori si dedicheranno alla realizzazione del documentario senza uscire di casa, a partire dalle attività di ricerca dei materiali, fino al montaggio. Un modo per creare anche nuove opportunità lavorative, come spiega Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema:

Questo progetto rappresenterà anche l'occasione per dare un'opportunità di lavoro a tante persone, soprattutto giovani, che operano nel mondo del cinema, e sarà un modo per reagire concretamente e positivamente alla drammatica esperienza di questi giorni che resterà scolpita nella memoria di tutti noi.

Gabriele Salvatores girò Italy in a Day

L'idea è originale, ma c'è un precedente. Gabriele Salvatores infatti, già premio Oscar per il film "Mediterraneo", nel 2014 aveva realizzato un lavoro simile. Si intitola "Italy in a Day – Un giorno da italiani" ed è un esperimento collettivo, un documentario che racconta una giornata tipo nella vita degli italiani, secondo gli italiani. Ispirandosi ad un'idea di Ridley Scott, Salvadores ha selezionato 44.197 "messaggi in bottiglia", come li definisce il regista, girati il 26 ottobre 2013 e li ha racconti in una pellicola presentata fuori concorso alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.

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