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“Jobs” in arrivo, parla Kutcher: “Steve era un genio, ma ha sottovalutato il suo cancro”

Il film Jobs uscirà il 16 agosto in America e il prossimo ottobre in Italia. Ashton Kutcher commenta quello che è stato e che sarà uno dei ruoli che più segnerà la sua carriera artistica di attore.
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Mancano pochi giorni all'uscita del film Jobs, previsto nelle sale americane il 16 agosto e in quelle italiane il prossimo ottobre. Il film narrerà la storia di Steve Jobs, magnate del colosso Apple e genio incontrastato dell'era moderna, colui che ha condotto per mano l'evoluzione della tecnologia verso la nuova frontiera del mondo Mac. Morto a soli 56 anni il 5 ottobre 2011, a causa di un terribile cancro, verrà interpretato dal talentuoso Ashton Kutcher, scelto appositamente anche per la sua somiglianza fisica.

La pellicola partirà dal 1971 e arriverà al 1991, da quando Steve era un semplice studente universitario, fino al viaggio in India e il ritorno in California, dove ebbe vita la collaborazione con Steve Wozniak (meglio conosciuto come "Woz") che culminò con la creazione dei primi computer Apple grazie all'investimento di Mike Markkula. Ampio spazio anche all'estromissione dagli affari Apple e al suo successivo reinserimento. È stato il lavoro più difficile e addirittura terrorizzante da quando faccio l'attore, ha dichiarato Kutcher in un'intervista pubblicata da Repubblica, "Anche perché Jobs, pur essendo scomparso, è ancora vivo e presente nella memoria di tutti noi. Una figura gigantesca, forse perfino ingombrante, impossibile da ritrarre in sole due ore nella sua complessità".

Alla domanda su come ha affrontato la sua genialità mista ad una personalità a dir poco particolare, l'attore non ha avuto dubbi nel porre l'accento sul dualismo del quale andava fiero il defunto Jobs:

Non ho mai conosciuto un genio che non abbia causato conflitti e portato subbuglio in tutto ciò che lo circondava, compreso ovviamente Jobs, che ha fatto soffrire molte persone con i suoi alti e bassi umorali. Io non sono un genio e cerco di essere bravo e gentile con tutti. Nel caso di Steve Jobs mi hanno raccontato una storia molto interessante. Un giorno si trovava al bar della Apple quando vide un impiegato obeso, si alzò e gli andò a parlare: "Sei grasso e morirai presto," gli disse. E gli diede il numero di telefono di un nutrizionista per aiutarlo. Per molti era un antipatico, per altri uno molto generoso. Arrogante, certo, ma anche sinceramente disposto ad aiutare gli altri. Jobs era brutalmente onesto e schietto. Non mentiva mai solo per non ferire qualcuno. Diceva sempre la verità, la sua verità, a fronte alta e muso duro. Non è facile avere rapporti con un uomo così, su questo non c'è dubbio.

Impossibile non ricordare il motto che ha incoraggiato milioni di giovani in tutto il mondo e, allo stesso tempo, l'incapacità di parlare a se stesso che, in fondo, pare gli sia costata la vita:

Jobs incoraggiava gli studenti di andare a Parigi, ad avere due donne allo stesso tempo, a provare l'Lsd. Stay hungry, stay foolish. Lo ha sempre detto. Fino alla sua morte prematura. La cosa più sbagliata che ha fatto è stata quella di sottovalutare il suo cancro. Ma nel film abbiamo preferito non affrontare la sua morte. Nessuno di noi ne sarebbe stato all'altezza.

 

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