L’attore di “Piccola Peste” prima e dopo, che fine ha fatto Michael Oliver?
La sua è una faccia a dir poco memorabile, nota a buona parte delle generazione nate negli anni '90, che hanno potuto assistere ai suoi due film da protagonista. Hanno fatto il giro del mondo"Piccola peste" ed il suo sequel "Piccola peste torna a far danni", collocando Michael Oliver nel firmamento dei bambini prodigio che in quegli anni il cinema è stato capace di produrre: su tutti Cuclkin con "Mamma ho perso l'aereo". E si potrebbe dire che i destini dei due ragazzi, dal punto di vista professionale, non siano poi stati molto diversi l'uno dall'altro. A guardare le immagini di oggi di Oliver, fa quasi impressione continuare ad immaginarselo bambino. Il suo rapporto con il cinema è andato man mano limitandosi, sino quasi ad annullarsi, sia per la sua scelta, quella di seguire diversi gruppi musicale, e probabilmente perché l'ultima esperienza del bambino con la saga di "Piccola Peste" non ha lasciato agli addetti ai lavori un gran ricordo.
La condanna della madre, sua agente, per estorsione
Si narra infatti che, dopo il successo debordante del primo film, ritenuto politicamente scorretto e più adatto ad un pubblico adulto che a quello di bambini, cui era effettivamente rivolto, la madre, sua agente, avesse accettato affinché Oliver partecipasse anche al secondo film. Tuttavia, proprio a stretto giro dall'inizio delle riprese, ricattò la produzione minacciando di non far partecipare suo figlio se da 80.000 dollari previsti, l'offerta non fosse salita a 500.000 dollari. Lì per lì si raggiunse un accordo tra le parti a 250.000 dollari,ma diversi anni dopo la produzione riuscì ad ottenere una rivalsa giudiziaria, conquistandosi la condanna della donna per estorsione e dunque la restituzione dei 170.000 dollari in più rispetto alla cifra pattuita. Che sia stato questo uno dei motivi per i quali Oliver non ha potuto continuare con una carriera d'attore che, dalle comparse in pubblicità, l'aveva portato ad essere famoso in tutto il mondo?