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La Brianza contro Paolo Virzì, di fronte all’offesa l’Italia si unisce

Il regista livornese ha definito la Brianza, dove ha ambientato “Il Capitale Umano”, un paesaggio “ostile e minaccioso”. Gli amministratori locali si ribellano, un po’ come quelli del sud quando nei film si parla di mafia e camorra. La difesa dall’offesa pare la sola cosa che unisca l’Italia.
A cura di Andrea Parrella
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"Per fuggire via da te Brianza velenosa". Da ieri pomeriggio questa citazione aleggerà di certo vagante tra gli appassionati di Battisti che hanno letto della polemica degli amministratori brianzoli nei confronti di Paolo Vrizì. L'ultimo film del regista livornese, "Il Capitale Umano", esce oggi in quasi 300 sale in Italia e si annuncia come uno dei film più discussi della stagione. La pellicola è appunto ambientata in Brianza, trasposizione del romanzo originale di  Stephen Amidon ambientato in Connecticut. Virzì, per farla breve, ha trovato nella Brianza quelle atmosfere tipiche della ricca provincia nei pressi dei grandi centri. La sua definizione, a ragione o a torto, non è stata così edulcorata: "Un paesaggio ostile, gelido e minaccioso […] grumi di villette pretenziose". 

E allora Andrea Monti, assessore leghista al Turismo della Provincia di Monza e Brianza, si è sfogato sul suo blog. Quelle parole "seguono uno stereotipo. Il mio ‘ribelliamoci' non è un invito al boicottaggio, sarebbe stupido. E' una protesta contro quella logica che da sempre mostra la Brianza come un modello negativo abitato da gente che si è arricchita velocemente". E si accanisce inoltre sul contributo di 700 mila euro dato in dotazione a Virzì per la realizzazione della pellicola: "Proprio la Brianza è una delle aree che più contribuisce a finanziare i bilanci di questo Stato, compreso il Ministero dei Beni Culturali. A Virzì farei vedere l'associazionismo, il mondo dei piccoli e medi imprenditori che si svegliano presto tutte le mattine per andare al lavoro. Qui non c'è quell'aridità di cui parla, sono generalizzazioni". Il regista ha ribattuto, naturalmente, definendola una polemica buffa che non tiene conto del valore metaforico che la Brianza assume nel film.

Non notate nulla di familiare? Aldilà dei contenuti della polemica e delle competenze geografiche in merito fa sorridere un dato riscontrato nella reazione degli amministratori brianzoli, che ricorda maledettamente alcune polemiche recenti fatte da loro speculari meridionali nei confronti di opere realizzate nei territori del sud Italia. Si citano, a caso, quelle del presidente della municipalità di Scampia contro che negò le riprese della fiction Gomorra per evitare che si speculasse, oppure delle polemiche di alcuni politici locali napoletani contro la fiction di Canale 5 "Il Clan dei Camorristi". Per ragioni diverse, ma di una natura simile, gli amministratori, siano essi del nord o del sud, di fronte all'offesa rispondono tutti nella stessa maniera, mettendosi in guardia, difendendo i propri territori da rappresentazioni di facciata, che non riportano la realtà fino in fondo e danno letture approssimative etc. etc. La verità è che da nord a sud, da est a ovest, senza fare distinzioni poetiche, l'Italia si ritrovi unita solo nel doversi difendere da qualcosa.

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