La lettera che Paolo Sorrentino scrisse a Massimo Troisi: “Spero di poter lavorare con lei”
Quei cimeli splendidi che qualcuno ha avuto la fortuna, o a lungimiranza, di conservare quando non avevano ancora un valore. Ventisette anni fa un giovane studente di Economia e Commercio napoletano, vomerese, scrisse una lettera a Massimo Troisi, regista e attore napoletano, già affermato in Italia e anche oltre i confini nazionali. Nella lettere lo studente si dice appassionato di cinema, elenca le sue prime esperienze e chiede al suo concittadino la possibilità di prendere parte al prossimo progetto in qualità di aiuto regista o assistente.
Quel giovane studente di Economia era Paolo Sorrentino, che più di vent'anni dopo vincerà un Oscar per "La Grande Bellezza" e si affermerà come uno dei registi più amati in Italia e più apprezzati a livello internazionale. La lettera inviata da Sorrentino a Troisi è esposta in queste settimane al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, nell'ambito della mostra "Troisi poeta Massimo", promossa e organizzata da Istituto Luce-Cinecittà con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai Teche, Cinecittà si Mostra, a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi e con la supervisione di Stefano Veneruso. La lettera, finora inedita, sta circolando grazie alla pubblicazione su Twitter di una fto della giornalista Giulia Bianconi.
Molto interessanti alcuni passaggi che svelano aspetti del carattere di Sorrentino insospettabili, come la timidezza e la riservatezza che lo spinsero a tornare a Napoli dopo aver tentato la strada del trasferimento a Roma ed esserne rimasto deluso. Così come deliziosa è la chiosa della lettera, con la quale Sorrentino si augura di ricevere una risposta perché "spero di poter fare cinema piuttosto che lavorare in qualsiasi altro campo con la mia futura laurea in Economia e Commercio".
Non è chiaro se Troisi abbia mai risposto alla lettera di Sorrentino. Quel che è certo è che l'attore napoletano sarebbe morto due anni dopo circa. Oggi Paolo Sorrentino ha 48 anni e nella lettera dice di averne 21, quindi la lettera dovrebbe risalire al 1992 circa.
La mostra è essenzialmente un percorso nella vita e nella carriera di Troisi attraverso varie testimonianze visuali e inedite, realizzate per l'occasione grazie alla collaborazione di cari, amici e colleghi: dal nipote e collaboratore Stefano Veneruso a Enzo Decaro, Anna Pavignano, Gianni Minà, Carlo Verdone, Massimo Bonetti, Gaetano Daniele, Renato Scarpa, Massimo Wertmüller, Marco Risi.