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La lezione di Will Smith: “Avere pregiudizi non significa essere razzisti”

L’attore, in un’intervista recente, ha reso chiaro il suo pensiero in merito al razzismo, smontando di fatto un tabù rispetto alla questione e marcando la differenza tra pregiudizio e razzismo. Il primo è lecito, il secondo, afferma lui ” implica un sentimento sulla base del quale si creda che la propria razza sia superiore”.
A cura di Andrea Parrella
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A volte bastano due parole chiare, messe in croce, perché un personaggio pubblico, dotato di una notorietà tutt'altro che irrilevante come quella che si può attribuire a uno come Will Smith, riesca ad offrire un punto di vista illuminante e tutt'altro che banale su un tema complesso e oggetto di controversie come quello del razzismo.

L'attore, protagonista di film campioni di incassi e in giro per la promozione del film "Concussion", in cui recita con gente come Michael Cane e Samuel L. Jackson, ha infatti detto qualcosa di tutt'altro che banale in occasione di un'intervista recente rilasciata al The Hollywood Reporter. Parlando dell'abusata e rievocata tematica del razzismo, Smith ci ha tenuto a marcare una netta differenza tra un atteggiamento dettato dal semplice pregiudizio e le forme di razzismo nude e crude. Smith parla di confusione, o quantomeno una mancanza di precisione riguardante le due parole chiave, dettando una separazione cruciale tra i due concetti, cosa che si sforza di fare, sempre, anche nelle discussione con la moglie Jada Pinkett:

Tutti sono prevenuti e hanno un pregiudizio. Chiunque ha avuto, nella sua vita, esperienze che portano a preferire una cosa a un'altra. Può trattarsi di capelli biondi o bruni, se vedi qualcuno con pelle nera camminare per strada puoi avere diverse reazioni da quelle che potresti avere se ne vedi una con la pelle bianca.

Diverso, sostiene Smith, è il discorso per quel che riguarda la parola razzismo, che implica un sentimento sulla base del quale si creda che la propria razza sia generalmente superiore alle altre: "Devo dire che ho costantemente a che fare con pregiudizi, ma il razzismo è una cosa che capita raramente". Il discorso dello storico volto di "Willy il principe di Bel Air" tenta di smontare quell'idea, piuttosto dozzinale, secondo la quale dovrebbe essere il pregiudizio stesso, presunta spia di razzismo, ad essere in qualche modo represso. Ma è una voce autorevole come la sua a buttare giù, definitivamente, questo mito.

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