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La moglie di Luca De Filippo: “Porto avanti i suoi progetti, ma non lo sostituisco”

In una lettera pubblicata nelle ultime ore, Carolina Rosi racconta delle ultime volontà dell’attore recentemente scomparso, promettendo di impegnarsi affinché i suoi progetti vengano portati a termine. Conclude con un invito a “non strumentalizzare scelte autonome ed individuali fatte da Luca a difesa della sua Compagnia.
A cura di Andrea Parrella
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Poco più di una settimana fa moriva Luca De Filippo, volto del teatro napoletano e non solo, tra gli ultimi depositari della grande tradizione artistica di famiglia. Il mondo dell'arte e il suo pubblico erano rimasti sconvolti da quanto accaduto, soprattutto per la tempestività con la quale la malattia è riuscita ad avere la meglio sul figlio di Eduardo. Un dolore e un cordoglio ampiamente espressi in occasione della cerimonia funebre tenutasi al Teatro Argentina di Roma, a pochi giorni dalla morte. Dopo la scomparsa di De Filippo molti si sono chiesti delle sorti della sua compagnia e la scuola di teatro, dopo che i suoi colleghi, come Gianfelice Imparato, hanno detto che le ultime volontà dell'attore scomparso facessero riferimento all'andare avanti, indipendentemente da tutto. In una lettera pubblica scritta dalla moglie dell'attore, sua compagna nella vita ma anche sul palco, ci sono chiarimenti in merito a diversi aspetti, su tutti quello dell'eredità artistica di De Filippo. Una lettera, quella riportata dal Corriere del Mezzogiorno, dimessa, rispettosa e dai toni bassi, senza esagerazioni. Tuttavia molto sentita:

Essere chiamata in causa dalla stampa – a partire da interventi peraltro lusinghieri dei massimi vertici delle istituzioni campane o da superficiali esternazioni di alcuni addetti ai lavori- mi costringe a fare alcune tempestive precisazioni in merito. Per me dare continuità al lavoro di Luca (un napoletano straordinario scomparso il 27 novembre scorso a soli 67 anni ndr) non vuol dire certamente sostituirmi a lui, cosa ovviamente impensabile, ma semplicemente difendere e accertarmi che vengano portati a termine i tanti progetti avviati, le cose nelle quali credeva con autentica passione, profonda serietà e costante attenzione all’impegno sia sociale che civile. Vorrei ricordare a tutti e dire a chi non lo sapesse che Luca per sua natura ha sempre voluto rimanere estraneo a incarichi istituzionali, per mantenere la sua libertà e indipendenza. Infatti, l’unico incarico che aveva accettato, a titolo gratuito, con entusiasmo e generosità, era la direzione della scuola di recitazione del Teatro Stabile di Napoli, nella consapevolezza dell’importanza che questa potesse avere per il riconoscimento alla città di Napoli di un ruolo centrale nella cultura teatrale nazionale. Questo modo di essere non solo apparteneva a Luca, ma è sempre stato e sarà sempre anche il mio. A tale proposito, apprendo con stupore dai giornali che sarei candidata alla Presidenza dello Stabile napoletano e pure alla direzione della Scuola, arrivando già a dire di una mia supposta incompatibilità visto l’impegno in compagnia. In questi ultimi mesi Luca aveva lottato perché alla scuola fosse assegnata una sede definitiva (ancora mancante ad un anno dal conferimento del suo incarico) sia per un atto di lealtà nei confronti degli studenti, sia per il rispetto che si deve al mestiere dell’attore, sia per non tradire le aspettative di chi aveva riposto fiducia in lui. Questa sede, come Luca aveva spiegato con chiarezza, non dev’essere uno “… spazio residuale individuato all’interno di luoghi di prestigio, ma un luogo idoneo ad assicurare una corretta didattica e un’adeguata formazione, alla stessa stregua delle altre scuole teatrali italiane”. Non posso certo trascurare le sorti della Fondazione Eduardo de Filippo, limitandomi qui, anche per brevità, a ricordare che essa attende ancora un’adeguata sistemazione e un sostegno coerente con gli obiettivi da perseguire. Sarò felice, se mi verrà richiesto, di dare un contributo alla vita culturale di Napoli e della Campania, nella certezza della condivisione dei progetti che a Luca stavano più a cuor: la Scuola, la Fondazione Eduardo de Filippo, la sua Compagnia.

Carolina Rosi aggiunge anche una nota a margine, che tende a spegnere ogni tipo di argomentazione rispetto alla malattia dell'attore, della quale si è fatto un gran parlare nell'ultima settimana: "A chi lo descrive malato, impossibilitato ad insegnare perché non era nelle condizioni di salute per affrontare questo percorso, ricordo che la malattia è stata purtroppo fulminante, tanto che fino a tre settimane prima della sua scomparsa Luca aveva potuto rispettare i suoi impegni. Vorrei concludere con l’invito a cercare di non strumentalizzare scelte autonome ed individuali fatte da Luca a difesa della sua Compagnia, evitando quindi interventi, come ho letto sulla stampa, diretti ad attribuirgli posizioni alle quali in vita non aveva mai aderito".

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