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“La pistola è sicura”, per l’armiera e l’assistente alla regia del film di Baldwin era tutto ok

Le indagini per scoprire come mai un’arma di scena usata sul set del film “Rush” con Alec Baldwin abbia potuto uccidere una persona e ferirne un’altra continuano. Stando ai media americani, le due persone che hanno avuto l’arma in mano prima di Baldwin sono state la maestra d’armi del set e l’assistente alla regia.
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Alec Baldwin (Ph Matthew Stockman/Getty Images)
Alec Baldwin (Ph Matthew Stockman/Getty Images)

Le indagini per scoprire come mai un'arma di scena usata sul set del film "Rush" con Alec Baldwin abbia potuto uccidere una persona e ferirne un'altra continuano. L'attore americano è stato protagonista, suo malgrado, della morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins e del ferimento del regista del western Joel Souza: è stato lui, infatti, a sparare il colpo fatale, dopo che sul set era stato chiamato il "cold gun", ovvero la sicurezza della pistola di scena. Gli investigatori stanno cercando di capire come sia stato possibile che nell'arma di scena fosse presente un proiettile e quali sono state le dinamiche e le responsabilità di questa morte assurda. Il Los Angeles Times, inoltre, ha scritto che già nei giorni precedenti alla sparatoria c'erano stati problemi con armi da fuoco.

Pare che l'arma con cui è stata uccisa Hutchins sia stata preparata dalla maestra d'armi del set Hannah Gutierrez-Reed – al suo secondo film sul set, dopo uno chiamato The Old Way", con Clint Howard e Nicolas Cage – e che a consegnarla nelle mani di Baldwin fosse stata l'assistente alla regia Dave Halls, come scrive il New York Times che ha raccolto le testimonianze di cinque esperti di armi da fuoco sul set che hanno sottolineato quanto fosse contro il protocollo questa pratica, perché dovrebbe essere direttamente l'armiere della produzione a consegnare nelle mani dell'attore l'arma. È stata proprio Gutierrez-Reed ha raccogliere il bossolo della pistola, consegnando quest'ultima allo sceriffo, mentre Halls ha dichiarato di non avere idea che la pistola fosse caricata con un proiettile vero.

Come riporta il Los Angeles Times, tramite alcune fonti vicine alla produzione, Alec Baldwin stava girando una scena in cui avrebbe dovuto sparare e il team di regia ancora non si era spostato ancora nell'area video, lontana dal set, in cui avrebbe dovuto controllare le riprese; la direttrice della fotografia stava guardando la scena sulla spalla di un operatore che aveva davanti a sé un monitor quando il proiettile l'ha colpita, proseguendo nella sua traiettoria e ferendo il regista che le era alle spalle. Baldwin avrebbe sparato due colpi, col primo che si sarebbe rivelato innocuo e il secondo, invece, fatale. Uscito dall'ospedale il regista si è detto distrutto per la perdita di una collega e un'amica.

Stando ad alcuni lavoratori del set, già nei giorni precedenti c'era stato un incidente con le armi di scena. Incidente che avrebbe dovuto portare a qualche decisione da parte della produzione, accusano i lavoratori, ma che alla fine non ha avuto alcuna conseguenza. Con un problema del genere, infatti, avrebbe dovuto esserci un'indagine, cosa che pare non sia mai avvenuta: "Avrebbe dovuto essere un'indagine su quello che è successo – ha detto un membro della crew, come scrive il LA Times -. Non ci sono state riunioni di sicurezza. Non c'era alcuna garanzia che non sarebbe successo di nuovo. Tutto quello che volevano era correre, correre, correre". La produzione ha diramato una nota in cui parla della priorità della sicurezza del cast e scrive: "Anche se non siamo stati informati di alcun reclamo ufficiale riguardante la sicurezza di armi o oggetti di scena sul set, condurremo una revisione interna delle nostre procedure mentre la produzione sarà interrotta. Continueremo a collaborare con le autorità di Santa Fe nelle loro indagini e offriremo servizi di salute mentale al cast e alla troupe dopo questo tragico periodo".

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