La Polonia riapre la procedura di estradizione per Roman Polanski
Per Roman Polanski non è ancora finita. La Polonia, infatti, ha riaperto la procedura di estradizione del regista franco-polacco verso gli Stati Uniti, dove è accusato di aver violentato una 13enne nel 1977. L'annuncio è partito dal ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro, che ai media locali ha dichiarato di voler fare appello alla Corte Suprema per rovesciare la decisione presa lo scorso ottobre dalla magistratura di Cracovia. In quell'occasione, la procura di Cracovia aveva rinunciato all'appello.
Polanski rischia di nuovo l'estradizione
Era il 1977 quando Roman Polanski fu accusato di stupro ai danni di una 13enne. Samantha Geimer il suo nome, che insieme ad altre ragazze si trovava nella villa di Jack Nicholson in California per una sessione fotografica. Il regista, allora 44enne, dopo essersi dichiarato colpevole dell'abuso rimase in carcere per 42 giorni. In seguito, però, fuggì dagli Stati Uniti prima della sentenza, temendo di ricevere una pena severa. Da allora non vi fece più ritorno, neanche per ricevere il Premio Oscar per il film Il pianista.
Dopo il rifiuto degli Usa di archiviarne la condanna nel 2014 e il no dello scorso ottobre pronunciato dal tribunale di Cracovia, il ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro è tornato sulla questione. Parlando a una stazione radio locale, infatti, ha affermato:
"Ho deciso di fare appello alla Corte Suprema. Tutti sono uguali davanti alla legge e Polanski è stato accusato di un crimine odioso contro un minore".
Sebbene il caso sia ancora aperto davanti alla giustizia, nei suoi 52 anni d'età Samatha Geimer ha voltato decisamente pagina, dichiarando più volte in pubblico di aver perdonato il regista. È del 2013 il suo libro The Girl: A Life in the Shadow of Roman Polanski. Per quanto riguarda la carriera strettamente artistica del premio Oscar, invece, Polanski in persona ha dichiarato di voler girare un film in Polonia sull'affare Dreyfus, solo a patto di non dover fronteggiare ancora la minaccia di estradizione. La pellicola avrebbe un valore di circa 35 milioni di euro.