L’addio di Ferzan Ozpetek a Ilaria Occhini: “La mia mina vagante”
La morte di Ilaria Occhini è l'ennesima perdita di una settimana dolorosa per il mondo del cinema e della cultura. L'attrice, scomparsa a 85 anni, è stata protagonista di uno dei film più significativi del cinema italiano negli ultimi anni, quel "Mine Vaganti" diretto da Ferzan Ozpetek, in cui lei interpretava un ruolo secondario che si rivelava tuttavia cruciale nelle dinamiche e nel senso più profondo dell'opera stessa. Il regista di origini turche ha voluto inviare il suo saluto all'amica e collega, pubblicando su Instagram un messaggio con una foto che li ritrae insieme:
La mia Mina vagante….ti sia lieve la terra.. Alcune morti sono così:
L’anima vola via come un uccello,
Come il planare di un gabbiano
Nell’azzurro, fino a scomparire.
La carriera di Ilaria Occhini è stata un trionfo di teatro, cinema e televisione. La vita privata è stata invece segnata dal lungo matrimonio con l'intellettuale napoletano Raffaele La Capria.
Al cinema e in politica
Lunga la carriera al cinema, anche se rari sono stati i ruoli da protagonista, come in "Un uomo a metà" di Vittorio De Seta del 1966. Tanti, però, i premi. La partecipazione alla commedia di Alessandro Benvenuti in "Benvenuti in casa Goridel" del 1992, le ha permesso di conquistare il Nastro d'argento alla migliore attrice non protagonista. Per "Mar Nero" di Federico Bondi è stata candidata ai David di Donatello e ha vinto il Pardo come miglior attrice al Festival internazionale del film di Locarno. Per "Mine vaganti" di Ferzan Özpetek nel 2010 ha vinto il David di Donatello come migliore attrice non protagonista e il premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista al Bif&st 2011. Sempre nel 2010, ha ottenuto il Nastro d'argento alla carriera. Da ricordare il suo percorso politico, tra i Radicali dagli anni ottanta. Si è candidata alle politiche del 1987 e alle europee del 2004 con Emma Bonino, e nel 2008 ha aderito alla lista Pro Life di Giuliano Ferrara, accettando la proposta di presentarsi nel collegio del Lazio. La Occhini era infine impegnata nella gestione dei vigneti di famiglia di origine cinquecentesca sulle colline attorno ad Arezzo, di cui si occupava insieme alla figlia Alexandra La Capria e ai nipoti.