“Le donne del sesto piano” vi cambieranno la vita
Cosa succede quando un ciclone di allegria e spensieratezza incrocia il vento austero e malinconico di una rigida famiglia borghese? Ce lo svela Philippe Le Guay nel suo ultimo film, in uscita al cinema questa settimana, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Berlino, “Le donne del sesto piano”.
Ci troviamo a Parigi, negli anni ’60. Al centro della storia la famiglia Joubert, che, a seguito delle dimissioni inaspettate della propria fidatissima domestica, si ritrova alle prese con la ricerca di una nuova cameriera.
La signora Suzanne Joubert, perfettamente interpretata da Sandrine Kiberlajn, vincitrice nel 1995 del Premio Cèsar come miglior attrice esordiente per il film “En avoir (ou pas)”, dopo varie ricerche, decide, infine, di affidarsi a Maria (la deliziosa Natalia Verbeke) , una giovane donna spagnola, residente al sesto piano dello stesso fabbricato insieme ad altre esuberanti coinquiline: la zia Concepciòn (Carmen Maura), la caritatevole Dolores (Berta Ojea), l’amica Carmen (Lola Duenas), la biondissima Teresa (Nuria Sole), e, di tanto in tanto in fuga dal marito, la docile Pilar (Concha Galàn), sei donne semplici, ma immerse nel vivace universo di chi gode intensamente anche delle più piccole cose.
Precisa e puntuale nelle sue mansioni di domestica, Maria guadagna ben presto la fiducia di madame Suzanne, ma anche le attenzioni di monsieur Jean Loius Joubert, il capofamiglia, un divertente Fabrice Luchini (anch’egli premio Cèsar nel 1994 come miglior attore non protagonista per il film “L’amante del tuo amante è la mia amante”) , che, grazie a Maria, andrà oltre i toni del grigio della sua ordinaria vita familiare riscoprendo i colori sgargianti del vivere spensierato.
Due mondi opposti, questi descritti ne "Le donne del sesto piano", due stili di vita diametralmente opposti, che si mescolano e si rimestano in questa interessante commedia allegra e gradevole, confezionata per farci intendere quanto i semplici piaceri della vita siano costantemente sotto i nostri occhi, e che, per goderne, basta solo saperli cogliere.