Michael Radford ricorda Massimo Troisi: “Fui subito colpito dal suo humour”
Michael Radford è stato ospite del Bari International Film Festival. Il regista de "Il Postino", ha voluto ricordare Massimo Troisi. Radford ha raccontato come ha conosciuto l'attore:
"Io e Massimo Troisi ci siamo conosciuti mentre stavo girando il mio primo film, ‘Another Time, Another Place'. Avevo già visto ‘Ricomincio da Tre', e fui immediatamente colpito dal suo humour. Gli chiesi di partecipare al mio film, ma rifiutò con la motivazione che la Scozia era troppo fredda".
Poi ha aggiunto:
"Quando uscì in sala mi richiamò e mi disse che gli sarebbe piaciuto girare con me a Napoli. Gli risposi che a Napoli faceva troppo caldo. Così siamo diventati amici, e per otto anni ci siamo incontrati una o due volte all'anno, per discutere su vari progetti e alla fine abbiamo trovato un romanzo cileno intitolato ‘Ardiente Paciencia' e siamo andati a Los Angeles per adattarlo. Ho scoperto, poi, quanto stava male e che gli era stato detto che il suo cuore aveva le dimensioni di un pallone da calcio, ed era necessario un cuore nuovo. Fu praticato un intervento temporaneo, per stabilizzare le sue condizioni e finire il film, in accordo con i medici. Quando e' tornato, sembrava stesse bene. Ma non stava bene. Quando finimmo di girare, lui mi disse che aveva un altro appuntamento presso l'ospedale di Harefield, il giorno successivo. Ma mi disse anche: ‘Sai perché non voglio davvero questo cuore nuovo? Perché il cuore è il centro delle emozioni, e un attore è un uomo di emozioni. Chissà che tipo di attore potrei diventare con il cuore di un altro che batte dentro di me?'.
L'intervento, però, non fu mai fatto. Il giorno dopo quella conversazione, infatti, Massimo Troisi morì. Il regista lo seppe ascoltando la radio.
"Io lo seppi ascoltando la radio, nessuno mi aveva avvertito. Sono corso a casa sua piangendo e lì ho incontrato Roberto Benigni, anche lui piangeva, quindi sono entrato in casa e su di un letto era adagiato il suo corpo come se fosse ancora vivo. Devo dire che era la prima volta che vedevo il corpo morto di una persona a me cara. Non lo scorderò mai".