Morta Jeanne Moreau, addio all’icona del cinema francese
Addio a Jeanne Moreau, storica icona del cinema francese e autentico simbolo del movimento della Nouvelle Vague. L'attrice che fu musa di François Truffaut è morta a 89 anni: è stata la cameriera a trovarla senza vita nella sua residenza di Parigi, in rue du Faubourg Saint-Honoré. Diva indimenticata, resterà nella storia per le oltre cento pellicole interpretate e soprattutto per il ruolo, modernissimo, della Catherine che amò due uomini contemporaneamente in "Jules e Jim" di Truffaut. Prolifica e dalla bellezza decisamente anticonvenzionale e fuori dagli standard, lavorò con il Maestro francese anche in "La sposa in nero", in "Ascensore per il patibolo" di Louis Malle e in "La notte" di Michelangelo Antonioni, senza disdegnare in anni più recenti apparizioni in un action come "Nikita" di Luc Besson. Il presidente francese, Emmanuel Macron, le ha reso omaggio con una nota: "Con lei scompare un'artista che incarnava il cinema nella sua complessità, la sua memoria, la sua ambizione".
Fu musa per François Truffaut e Louis Malle
Nata a Parigi il 23 gennaio del 1928, era figlia di un ristoratore di Montmartre (padrone di La Coche d'Or) e di una ballerina delle Foles Bergéres, l'inglese Kathleen Sarah Buckley. Nata come grande attrice teatrale, iniziò la carriera sul grande schermo nel 1949, lo stesso anno del suo matrimonio (riparatore) con il regista Jean-Louis Richard – padre di suo figlio Jérôme – che finì due anni dopo. Nel 1954 su la protagonista de "La regina Margot" di Jean Dréville e due anni dopo, notata sul palco in "La gatta sul tetto che scotta", venne notata da Louis Malle che le offrì il ruolo da protagonista per "Ascensore per il patibolo". Lavorerà con Malle anche in "Les amants" nel '58, l'anno dell'incontro con Truffaut, e in "Viva Maria!". Con il regista de "I 400 colpi", nel quale ebbe un piccolo ruolo, la Moreau lavorò appunto in "Jules e Jim" e "La sposa in nero".
I film e gli amori di Jeanne Moreau
Ma i grandi autori che l'hanno scelta sono tantissimi, francesi e internazionali: Jean-Luc Godard ("Una donna è una donna"), Jacques Demy ("La grande peccatrice"), Joseph Losey ("Eva"), Louis Bunuel ("Il diario di una cameriera"), il già citato Antonioni (con lui anche in "Al di là delle nuvole"), Orson Welles ("Il processo", "Storia immortale", "The Deep"), Elia Kazan ("Gli ultimi fuochi"), Rainer Werner Fassbinder ("Querelle de Brest") Wim Wenders ("Fino alla fine del mondo"), Theo Angelopoulos ("Il passo sospeso della cicogna"), Amos Gitaï ("Carmel","Disimpegno", "Plus tard"), François Ozon ("Il tempo che resta"), Manoel de Oliveira ("Gebo e l'ombra"). Non ha mai disdegnato la tv e recentemente fu persino in una fiction italiana, "La contessa di Castiglione". Tra i suoi ultimi film "Lady in Paris", del 2013. Grandi furono anche i suoi amori: tra gli altri, ebbe relazioni con gli stessi Truffaut e Malle, con lo stilista Pierre Cardin, il regista inglese Tony Richardson (bisex ma anche marito di Vanessa Redgrave, che lasciò per lei), con il jazzista Miles Davis, con il produttore Raoul Lévy e con il cineasta statunitense William Friedkin, con cui fu sposata dal 1977 al 79. Nel 1998 ha ricevuto un Oscar onorario dalle mani di Sharon Stone, cui è seguito un Orso d'Oro alla carriera a Berlino nel 2000. Ha infine diretto tre film da regista: "Scene di un'amicizia tra donne", "L'adolescente" e il doc "Lillian Gish".