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Morte Andreotti, parla Sorrentino: “Aveva qualcosa di curiale, uno stile tutto suo”

Parla il regista del film che forse ha meglio rappresentato la figura dell’ex premier e ministro. Il Divo è stato un film sul potere che ha provato a immortalare l’imperturbabilità che rendeva Andreotti diverso da tutti gli altri.
A cura di Andrea Parrella
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Anche Paolo Sorrentino, che negli ultimi anni è riuscito a immortalare in maniera memorabile quello che veniva definito Il Divo Giulio parla dopo la morte del novantaquattrenne di questa mattina. E' la notizia del giorno in Italia, figura a suo modo discussa e controversa, ma indubitabilmente protagonista della storia politica italiana. Uno dei registi più celebri del nostro cinema descrive così il dipartito leader della Democrazia Cristiana: "Andreotti aveva in sé qualcosa di curiale, una imperturbabilità tutta sua, come uno stile tutto suo.Volevo parlare di Andreotti soprattutto perché le nostre vite sono sempre state indirizzate dai rapporti di forza e Andreotti ne è un serbatoio inesauribile. Il divo è un film sul potere"

Il Divo vinse il premio della giuria a Cannes, quando provò, nel 2008, a raccontare il personaggio in maniera da presentare nella totalità quella sua concezione del potere che, molto sinteticamente, si potrebbe definire come la più abilmente rappresentativa del concetto storico di fine che giustifica i mezzi. Nella pellicola fu Toni Servillo ad interpretare Belzebù (e tanti altri sopranomi, fini o volgari, affibbiati all'ex presidente del consiglio e pluri-ministro). E' noto anche che Andreotti fu invitato alla prima del film di Sorrentino e lo definì una sorta di mascalzonata, concludendo che avrebbe chiesto i diritti d'immagine. Ma probabilmente, anche quella fu una semplice battuta di spirito, come era uso nel suo registro espressivo.

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