Morte Isabella Biagini, una stella del cinema caduta in disgrazia
Era una stella del cinema caduta in disgrazia, al punto che ormai di Isabella Biagini, morta questa mattina all'età di 74 anni, se ne occupava solo la cronaca scandalistica del gossip, soprattutto in virtù delle sue numerose apparizioni a "Pomeriggio Cinque" e "Domenica Live". Negli anni Sessanta però era una diva alternativa, una "fatalona" di quelle che non si sono mai prese troppo sul serio. Notata da Michelangelo Antonioni, che le affidò una parte piccola per "Le amiche" nel 1955, diventa protagonista di numerosi film, soprattutto commedie all'italiana, in cui incarna spesso la superficiale bionda, svampita e tutta curve.
Sceneggiati e varietà in RAI
È in televisione con la RAI che riceve consensi e raccoglie il successo più grande attraverso varietà televisivi e commedie musicali, tra questi "Non cantare, spara" (1968) con il Quartetto Cetra e "Bambole, non c'è una lira" e il cult "C'era una volta Roma" (1979).
Un carattere poco affidabile
Gli impegni di lavoro si facevano sempre più rari a causa di un'affidabilità professionale scarsa e una forte umoralità. Fu così che di Isabella Biagini si cominciò a perdere l'immagine. Nel 1992 fece scalpore la decisione di prendere parte al programma "Agenzia matrimoniale" come cuore solitario, anche in quell'occasione l'attrice fu accusata di volersi fare pubblicità.
La triste parabola discendente
Avevamo commentato con lucida tristezza la sua parabola discendente nei salotti tv di Barbara D'Urso. Un'immagine sbiadita mostrata nella sua intera crudezza e che testimoniava di una donna ormai ingestibile. Gli ultimi momenti tv di Isabella Biagini sono stati senz'altro imbarazzanti, che hanno restituito un'immagine della ex diva grottesca, dai contorni assurdi. Abbiamo assistito alle ultime battute di una vita privata devastata dagli infortuni e dalle disgrazie, su tutte la morte di una figlia, la giovane Monica, nel 1999.