Morto a 83 anni Jesus Franco, regista cult del genere horror erotico
Avrebbe compiuto a maggio 83 anni; purtroppo il cineasta Jesús Franco Manera, conosciuto anche come Jess, si è spento a Malaga dopo un recente ricovero per ictus. Una vita votata al cinema quella di Franco che è stato regista, sceneggiatore, attore, compositore, direttore della fotografia, produttore e montatore cinematografico. Oltre 170 pellicole all'attivo e una vera predilezione per il genere horror erotico, di cui ne è stato definito il "maestro". Nella sua esistenza ha spaziato tra diversi sottogeneri e ha diretto e collaborato con tantissimi attori, da Romina Power a Javier Bardem, da Fritz Lang a Christopher. Grande estimatore di Orson Welles, ha completato negli anni Novanta il suo Don Quijote in seguito alla richiesta della moglie del famoso cineasta.
Uno dei suoi film cult è Vampyros Lesbos del 1971 – L'esordio nel 1959 con il film Tenemos 18 anos: da quel momento la sua carriera è in salita e tra i lungometraggi che ha girato si contano Justine et Juliet nel 1968 con una giovanissima Romina Power, il celebre Il conte Dracula nell'anno successivo e la consacrazione nel 1970 con il cult Vampyros Lesbos, complice una colonna sonora diventata famosissima. Ha firmato spesso alcuni suoi lavori con pseudonimi, tratti dal mondo del jazz che gli è stato caro: tra i tanti Clifford Brown e James P. Johnson. Autore davvero controverso, non ha mai accettato classificazioni o etichette, la voglia di libertà e sperimentazione sono stati alcuni tratti caratteristici della sua lunghissima produzione.
Premio Goya alla carriera nel 2009 – Negli anni Novanta Oja Kodar, ultima moglie di Orson Welles, gli propose di completare il film Don Quijote a cui suo marito aveva lavorato incessantemente per oltre 20 anni. Jesus colse al volo l'opportunità ma il film, presentato a Cannes nel 1992 fu accolto negativamente dalla critica. Iniziò per lui una vera fase di riscoperta e alcuni americani decisero di finanziare per lui film girati in video digitale: i fan accolsero con grande diffidenza le nuove opere del visionario cineasta. Non sono mancati tuttavia riconoscimenti, tanto che nel 2009 ha ricevuto il Premio Goya alla carriera e nel 2008 la Cinémathèque française gli ha dedicato un ciclo monografico.