Morto Dario Fo, il suo contributo al cinema da ‘Lo svitato’ a ‘Sweet Democracy’
A pochi mesi dal compimento dei suoi 90 anni, è morto Dario Fo. Da alcuni giorni, era ricoverato all'ospedale Sacco di Milano, a causa di problemi polmonari con i quali lottava da tempo. La sua vita è stato un vero e proprio inno all'arte. Il premio Nobel per la letteratura, infatti, è stato un drammaturgo, uno scrittore, un regista, un attore, un illustratore, uno scenografo e anche un talentuoso pittore.
Nonostante il teatro sia sempre stato il suo primo e più grande amore, Dario Fo ha anche dato il suo contributo al cinema. In quest'ambito, il percorso dell'attore scomparso inizia negli anni '50. Dal 1955 al 1958, lavora come soggettista. L'esordio fu segnato dal film ‘Scuola elementare' di Alberto Lattuada, in cui però non aveva ancora un ruolo da protagonista. Interpretava un tipografo.
Dario Fo al cinema, dalla commedia al grottesco passando per il documentario
Nel 1955, con Carlo Lizzani porta al cinema il personaggio di Achille, ruolo principale del film ‘Lo svitato‘. Era stato lo stesso Fo a scriverne il soggetto. Ricoprirà, poi diversi ruoli marginali come Carlino in ‘Souvenir d'Italie' di Antonio Pietrangeli e un semplice passeggero nella pellicola ‘Domenica è sempre domenica'. Nel 1989, torna al cinema da protagonista nel film di Stefano Benni ‘Musica per vecchi animali' dove interpreta il professor Lucio Lucertola. Con questa commedia surreale, sullo sfondo di un satirico futuro distopico, l'attore mostra il suo essere poliedrico.Nel 2006, ha partecipato al documentario ‘Viva Zapatero' di Sabina Guzzanti. Infine, quest'anno ha preso parte al film ‘Sweet Democracy‘ di Michele Diomà, una pellicola che denuncia la scomparsa della satira politica dal grande schermo e in cui Fo interpreta un intellettuale libero, che senza alcuna censura, dice la sua in proposito.