Morto Eli Wallach, “il brutto” nello spaghetti western di Sergio Leone
E' morto all'età di 98 anni il noto attore Eli Wallach, caratterista di molti film che hanno fatto la storia del cinema, su tutti va ricordato il suo ruolo di brutto nel capolavoro di Sergio Leone del 1966 "Il buono, il brutto e il cattivo", presentato da Quentin Tarantino in versione restaurata a Cannes. In un momento di riconoscimenti della sua carriera Wallach disse: "Da attore ho interpretato un intero campionario di banditi, ladri, signori della guerra e molestatore". Non è stato sempre così, nel senso che la sua carriera non è stata sempre all'insegna dei riconoscimenti, anzi, aldilà dell'Oscar alla carriera, che diversi anni fa gli garantì gloria, non fu mai omaggiato di grandi elogi, nonostante provenisse da una scuola recitativa molto nota e di valore. La notizia del suo decesso era cominciata a circolare nel week end scorso, ma era seguita immediatamente una smentita. Poi nella nottata italiana è stata la figlia dell'attore a confermare la morte di Wallach, oramai quasi centenario.
La carriera da caratterista costellata da ruoli di cattivi
Classe 1915, originario di Brooklyn, quartiere di New York, Wallach si laureò all'Università del Texas prima di giungere al traguardo di divenire uno dei primi laureati dell'Actors' Studio. La sua carriera cinematografica è posteriore in realtà ad un impegno teatrale piuttosto intenso, che lo vide divenire un interprete piuttosto noto a Broadway per spettacoli come The Rose Tattoo, di Tennessee Williams. Nel 1948 sposò Anne Jackson, al suo fianco anche in molti spettacoli in qualità di attrice, con la quale ebbe tre figli. Il debutto al cinema arriva attorno ai 40 anni, nel '56, quando comincia la sfilza infinita di cattivi interpretati con quello in Baby Doll – La bambola viva, nel quale seduceva una ragazza molto giovane. E' stato un falsario in Come rubare un milione di dollari e vivere felice, un rapinatore di treni ne La conquista del west, così come l'amante di Marilyn Monroe ne Gli sposati. Tutto questo precedentemente al ruolo che l'ha reso una vera e propria icona, quello in cui venne diretto, appunto, da Sergio Leone. Wallach amò molto l'Italia, dove tornò diverse volte dopo la realizzazione del film con Leone, al punto che riuscì anche ad imparare l'italiano.