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Morto l’attore e doppiatore Giorgio Ariani, voce di Ollio dopo Alberto Sordi

L’attore aveva 74 anni, originario di Ferrara ma per tutta la vita ha vissuto a Firenze, vantava una filmografia copiosa e partecipazioni a molti prodotti televisivi. Lo ricordano i colleghi Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello.
A cura di A. P.
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Morto l'attore Giorgio Ariani, comico e doppiatore italiano, noto per molti ruoli, e soprattutto per aver prestato la voce a Oliver Hardy (il personaggio di Ollio), succedendo ad Alberto Sordi. Originario di Ferrara, l'attore ha passato praticamente tutta la vita a Firenze, dove ha vissuto sin da ragazzo, per poi continuare ad abitarci dopo aver sposato sua moglie e aver messo su famiglia. La notizia della morte dell'attore è giunta da pochi minuti, Ariani aveva 74 anni.

La carriera al cinema

La sua filmografia vanta moltissimi titoli sul grande schermo, da L'esercito più pazzo del mondo, regia di Marino Girolami (1981) a I carabbimatti, regia di Giuliano Carnimeo (1981), passando per Pierino la peste alla riscossa!, regia di Umberto Lenzi (1982), Il sommergibile più pazzo del mondo, regia di Mariano Laurenti (1982), Sturmtruppen 2 – Tutti al fronte, regia di Salvatore Samperi (1983), Zitti e mosca, regia di Alessandro Benvenuti (1991) e Caino e Caino, regia di Alessandro Benvenuti (1993). Ha lavorato anche con il più noto degli atisti toscani, Roberto Benigni, nel suo Pinocchio. Poi negli ultimi anni ha lavorato a Una moglie bellissima, regia di Leonardo Pieraccioni (2007), Io & Marilyn, sempre con Pieraccioni, Amici miei – Come tutto ebbe inizio, regia di Neri Parenti (2011) e Le badanti, regia di Marco Pollini (2015).

Ariani in televisione

Giorgio Ariani vanta anche una carriera televisiva molto varia, visti i ruoli che ha ricoperto: cominciò la sua carriera televisiva proprio come doppiatore nel 1972 col programma di Rai Uno Gulp!. La sua era la voce del giapponesino Ten (dice il saggio..) nella serie Nick Carter per poi far parte dei varietà L'altra domenica, condotto e ideato da Renzo Arbore del 1976 e Dueditutto di Enzo Trapani del 1982.

Il ricordo di Pieraccioni e Panariello

Nelle ore successive alla notizia della morte, lo hanno ricordato due colleghi e conterranei, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello:

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