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Morto Silvano “Nano” Campeggi, ha disegnato Hollywood con i suoi indimenticabili manifesti

Se ne va a 95 anni il pittore e illustratore fiorentino che mise la firma sui cartelloni di alcuni grandi capolavori di Hollywood, da “Casablanca” a “West Side Story”, passando per “Ben Hur” e “Cantando sotto la pioggia”, “La Gatta sul tetto che Scotta”, “Colazione da Tiffany”, “Vincitori e vinti”, “Exodus”.
A cura di Andrea Parrella
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Silvano "Nano" Campeggi con i cavalli bianchi del manifesto di "Ben Hur"
Silvano "Nano" Campeggi con i cavalli bianchi del manifesto di "Ben Hur"

È morto a 95 anni Silvano Campeggi, in arte Nano, considerato tra i più importanti artisti grafici nella storia del cinema americano che firmava con lo speudonimo Nano. Fiorentino, classe 1923, aveva messo la firma sui poster di alcuni dei più grandi classici di sempre a Hollywood, da Via col vento, Casablanca, Cantando sotto la pioggia, Un americano a Parigi, West Side Story, La gatta sul tetto che scotta, Vincitori e vinti, Exodus, Colazione da Tiffany.

Come spesso accade in questi frangenti, il suo legame con il cinema nasce in maniera del tutto casuale. Alla fine della Seconda guerra mondiale, infatti, la Croce Rossa Americana lo incarica di dipingere alcuni ritratti di soldati prossimi al congedo. Questo finisce per essere il ponte di collegamento con il mondo della cultura, della musica e, infine, del cinema americano delle grandi produzioni.

Il suo primo manifesto di rilievo è quello del 1946 per il film Aquila nera di Riccardo Freda, ma poco tempo dopo la Metro-Goldwyn-Mayer lo contatta per la realizzazione del manifesto di Via col vento, che sarà un vero e proprio trampolino di lancio di una carriera fatta di oltre 3000 lavori con le principali case di produzione e distribuzione americane: MGM, Warner Brothers, Paramount, Universal, Columbia Pictures, United Artists, RKO, Twentieth Century Fox. La sua attività gli permette di entrare nell'immaginario comune, grazie alla capacità di saper creare cartelloni dal grande valore iconico (la faccia di Leslie Caron utilizzato come puntino sulla prima lettera I di Gigi oltrepasserà anche l'ambito esclusivamente cinematografico, finendo sulla copertina dell'album Ummagumma, del Pink Floyd).

La seconda stagione professionale coincide con la crisi del cinema e il conseguente ritorno in Italia, a Firenze. La sua fama internazionale gli permette di applicare la sua arte pittorica ad ambiti diversi, ma è soprattutto l'esposizione di parte dei suoi lavori a Firenze nel 1988 che risveglierà completamente la passione dell'opinione pubblica per Silvano Campeggi, il quale tornerà, dall'Italia, ad avere grande eco e stima internazionale.

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