Mostra di Venezia, l’appello di 165 autori per la legge sul copyright: “Vogliamo compensi equi”
Non si parla solo di film e red carpet alla Mostra del cinema di Venezia, vetrina internazionale perfetta anche per iniziative speciali come l'appello sottoscritto da 165 registi e sceneggiatori e rivolto al Parlamento Europeo affinché approvi al più presto una nuova legge sul diritto d'autore che si adatti ai cambiamenti dell'era digitale. È la "Dichiarazione di Venezia", con cui i firmatari chiedono che la riforma del copyright, già bocciata a luglio, riceva finalmente l'ok nella discussione a Strasburgo prevista per il prossimo 12 settembre. Questo uno stralcio del messaggio dei cineasti (più sotto il testo completo).
Noi, autori audiovisivi, abbiamo assolutamente bisogno che questa direttiva sia adottata in tempo: per garantire la libertà di espressione e indipendenza dei creatori, nonché i diritti degli autori. Il principio di una remunerazione equa e proporzionata, misure migliorate sulla trasparenza del meccanismo di sfruttamento e di adeguamento dei contratti faranno una grande differenza. Con queste disposizioni, la direttiva migliorerà la nostra posizione nel settore.
La riforma del copyright
Materia complessa e delicata, quella del diritto d'autore, gestito da norme troppo datate rispetto alle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni. Vediamo di capire di che si tratta e qual è il legame con il mondo del cinema. La proposta fatta negli scorsi mesi in Ue e poi bocciata a luglio aveva incontrato le proteste del mondo di Internet (celebre l'autocensura di Wikipedia) soprattutto per la clausola del Link Tax, che obbligherebbe social network o aggregatori come Google a pagare per la condivisione di contenuti giornalistici. Il settore cinematografico spinge invece per l'approvazione, in quanto una riforma consentirebbe agli autori, come ha spiegato a Variety Roberto Viola (capo del dipartimento della Commissione europea che regola le reti di comunicazione, contenuti e tecnologia) la possibilità di rinegoziare i contratti firmati prima dell'era digitale, molti dei quali ventennali. La nuova legge obbligherebbe canali di streaming come Netflix e Amazon, ma anche YouTube, a pagare maggiori diritti di copyright per registi e sceneggiatori di film e serie TV.
Chi sono i firmatari
Tra i firmatari della "Dichiarazione di Venezia" (qui l'elenco completo), ci sono registi italiani ed europei come Jacques Audiard, Mike Leigh, Laszlo Nemes, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Paolo Taviani, Giuseppe Tornatore, Gianni Amelio, Laura Morante, Marco Bellocchio, Daniele Luchetti, John Boorman, Costa-Gavras. A sensibilizzare il Parlamento europeo sull'argomento sono inoltre intervenuti 100autori, Anac (Associazione Nazionale Autori Cinemografici), Aidac (Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi), Wgi (Writers Guild Italia). Ha dichiarato Francesco Martinotti, presidente Anac: "Sono due gli articoli della direttiva che ci stanno particolarmente a cuore. Uno che ha a tema la trasparenza (quando e per quanto le opere audiovisive sono in circolazione). Il secondo articolo riguarda la difesa dell’equo compenso. Noi autori dobbiamo essere protetti come le piccole imprese nazionali. Siamo stati troppo blandi su questi temi, dovremmo fare sentire maggiormente la nostra voce". Ha aggiunto Stefano Sardo, presidente 100autori: “Si tratta di decidere se ai governanti interessi che rimanga un audiovisivo europeo che non passi solo sulle piattaforme. Chiediamo la difesa di un diritto; le idee che funzionano devono rendere. Altrimenti l’industria della creatività crolla. Non avrebbe più senso andare a cercare un pubblico. Possiamo costringere chi utilizza un valore a riconoscere un diritto all’autore. E poi ci vuole trasparenza sull’utilizzo delle opere. Da soli non possiamo competere con gli OTT (imprese che forniscono, attraverso la rete Internet servizi, contenuti, come Google o Facebook, ndr)".
Il testo della Dichiarazione di Venezia
Questo il testo completo della dichiarazione, tradotta dall'originale inglese. Ricordiamo che quella del 12 settembre è l'ultima occasione per approvare la legge, dal momento che a maggio 2019 si terranno le elezioni europee.
Siamo diversi sceneggiatori e registi che hanno firmato la petizione FERA / FSE / SAA per un quadro di copyright UE modernizzato che includa tutti i creatori. Oggi la petizione è supportata da oltre 18.700 firmatari da oltre 100 paesi in tutto il mondo. Insieme, abbiamo chiesto alle istituzioni europee di adottare una direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale che introduca un diritto irrinunciabile alla remunerazione proporzionata per gli autori, raccolti direttamente dalle piattaforme on-demand dalle organizzazioni di gestione collettiva che rappresentano noi, gli autori . Il nostro invito è stato parzialmente ascoltato: la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sostiene un emendamento di compromesso che introduce un principio di remunerazione equa e proporzionata per gli autori e gli interpreti per lo sfruttamento delle loro opere, anche online. Soprattutto, questa nuova disposizione riconosce che agli autori non possono essere riservati solamente contratti individuali con i produttori e che sono necessari meccanismi complementari che offrano agli autori una remunerazione aggiuntiva per l'utilizzo delle opere (come già esiste in diversi paesi che hanno meccanismi di remunerazione regolamentati dalla gestione collettiva). Tuttavia, questo risultato rischia di essere cancellato se il 12 settembre il Parlamento europeo non adotterà la sua posizione sulla direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale. Questa è l'ultima possibilità per l'adozione della direttiva prima delle elezioni europee. Noi, autori audiovisivi, abbiamo assolutamente bisogno che questa direttiva sia adottata in tempo per garantire la libertà di espressione e indipendenza dei creatori, nonché i diritti degli autori. Il principio di una remunerazione equa e proporzionata, misure migliorate sulla trasparenza del meccanismo di sfruttamento e di adeguamento dei contratti faranno una grande differenza. Con queste disposizioni, la direttiva migliorerà la nostra posizione nel settore e aprirà la strada per un tanto necessario diritto dell'UE alla remunerazione per lo sfruttamento on-demand delle opere audiovisive. Pertanto, chiediamo ai membri del Parlamento europeo di non ritardare ulteriormente la direttiva e di adottare una posizione di forza che metta gli autori al centro del diritto d'autore e dell'industria culturale europea, anche online.