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Naomi Watts nei panni di Lady D: “Diana non era sempre perfetta”

L’attrice britannica interpreterà la principessa Diana in un biopic che riguarda i suoi ultimi due anni di vita. In un’intervista confessa di aver scoperto dei lati della donna che non conosceva e soprattutto di aver affrontato il compito con una cura a dir poco maniacale.
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Naomi Watts confessa in un'intervista il durissimo percorso affrontato per arrivare a dar vita al personaggio di Lady D, interpretato nel film di prossima uscita Diana, un biopic degli ultimi due anni di vita della principessa e un focus sulla storia d'amore misteriosa con un medico pakistano, che al tempo non fu esattamente in cima alle cronache. Non era infatti Dodi, che morì insieme a lei, l'amore della sua vita. L'attrice, che sulla base di alcune immagini pervenute in questi mesi, può vantare nel film una somiglianza impressionante con Diana, non esita a enfatizzare la volontà primaria dell'opera filmica, che è quella di evidenziare anche i difetti della principessa, che molti nemmeno si sarebbero immaginati. La Watts si riferisce ad esempio "All'intervista alla BBC, dove confessava i suoi disordini alimentari, il fatto che si autoflagellasse, le critiche alla regina… Il film mostra come a volte fosse lei a chiamare i paparazzi per far ingelosire Kahn. Diana è la ricostruzione degli ultimi due anni nella vita di Diana, dunque dal 1995 al '97. Non voglio commentare gli aspetti più controversi della sua vita, ma nel film si vedono anche aspetti di lei non tutti edificanti. Diana aveva tanti lati, ma alla fine è indubbio l'amore che la gente ha avuto per lei. Quando è morta non c'era più un fiore a Londra, erano tutti per lei davanti ai cancelli reali di Buckingham Palace".

L'impegno profuso per vestire al meglio i panni della principessa è stato a dir poco maniacale, come confessa l'attrice inglese, che ha vissuto molto in Australia. Ore passate ad ascoltare la sua voce, oppure a guardare le sue immagini senza audio provando appunto a fare da sottofondo: "Non è la prima volta che interpreto per il cinema una persona realmente esisistita, ma nel caso di Diana è diverso, perché  era la donna più famosa dei suoi tempi e c'è una quantità impressionante di  materiale su di lei, filmato o meno. Mettere i pezzi di Diana insieme è stato come un puzzle, e come tutti gli appassionati di puzzle anche io ho provato una sorta di ossessione maniacale. Ho passato giornate intere, prima delle riprese, ad ascoltare la sua voce sul mio iPod mentre facevo ginnastica. O a vedere le immagini delle sue interviste senza audio, cercando di darle io stessa una voce. Mi sono concentrata sul suo modo di camminare e di sorridere. È stato il lavoro più duro che abbia mai fatto nel dare vita a un personaggio. Alla fine sentivo di averla fatta mia. La parrucca e il naso finti hanno aiutato. Il resto, come dicevo prima, sono state ore e ore di studio, sono soddisfatta".

Naomi Watts crede ciecamente nel valore umano della donna che ha impersonato, nonostante i difetti di cui è a conoscenza sa sia stata importante per il suo ruolo umanitario a favore delle associazioni che si spendono fortemente con l'obiettivo quasi irraggiungibile della pace nel mondo. lei sa per quale motivo fosse così amata, perché abbia lasciato un segno indelebile:

Diana era attraente e schiva, ma soprattutto amava la gente comune. E la gente lo capiva"

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