Notte degli Oscar, niente lacrime
Si sa, la notte degli Oscar è un evento mediatico che non ha paragoni, nel bene e nel male. Per alcuni è l'appuntamento più atteso di tutta l'annata cinematografica, per altri è solo una baracconata che con i film in sè centra poco o nulla. Spesso a trionfare non sono le opere migliori, ma quelle più amate dal pubblico, o che possono vantare una maggiore spinta “politica” da parte dei produttori. A quel punto, il vero valore qualitativo dei film nominati, va a farsi benedire. Comunque, in un modo o nell'altro, gli Oscar restano un simbolo impossibile da ridimensionare.
Sembra però che la consueta cerimonia, fatta di attori e registi e tecnici che salgono sul palco a ritirare l'ambita statuetta, si prodigano in infiniti ringraziamenti, e si lasciano spesso andare a copiose (vere o finte?) lacrime, stia per essere modificata una volta per tutte. Secondo alcuni membri di spicco dell'Academy, infatti, pare che il momento del pianto, sincero o fasullo che sia, risulti comunque il più odiato dal pubblico, a quanto pare stufo di queste strazianti celebrazioni personali.
Di conseguenza, tutti i futuri premiati della notte degli Oscar sono stati caldamente invitati a effettuare sul palco un discorso breve e veloce, tenendosi poi le frasi più lunghe e articolate per il backstage di fine serata, e soprattutto è stato chiesto loro di non lasciarsi andare alla commozione, mantenendo un atteggiamento più professionale e dignitoso. Riusciranno i prossimi vincitori a conservare il giusto contegno, o qualcuno non ce la farà e scoppierà comunque in lacrime? E poi, è giusto impedire alle persone di esprimere i propri sentimenti (se veri e non farlocchi)? Ognuno può dare la risposta che ritiene opportuna.
Alessio Gradogna