In&Out – “Siamo tutti gay”, la scena del film contro l’omofobia che ha segnato un’epoca
Sono tanti i film che si potrebbero guardare per celebrare il 17 maggio, "Giornata Internazionale contro l'Omofobia". Numerose pellicole, dagli albori della storia del cinema ai giorni nostri, affrontano, in maniera più o meno diretta a seconda dell'epoca e delle intenzioni degli autori, il tema dell'omosessualità e le relative reazioni della società. Un film che ha preso in giro e contribuito a sdoganare molti pregiudizi sull'argomento è senza dubbio "In & Out", commedia del 1997 di Frank Oz, di cui si ricordano diverse scene cult, dal famoso test di virilità al finto coming out di massa del finale.
E proprio la scena della cerimonia della consegna dei diplomi, verso la fine della pellicola, è uno degli snodi focali nell'evoluzione della rappresentazione dell'omosessualità al cinema. Se, infatti, già in "Philadelphia", film del 1993 di Jonathan Demme, era stato fatto un significativo passo in avanti, è in "In & Out" che la lotta alla discriminazione relativa all'orientamento sessuale passa da impegno individuale a rivendicazione collettiva di un'intera comunità.
La trama di "In & Out"
Il film racconta la storia di Howard Brackett (Kevin Kline), un professore di letteratura inglese di una piccola città dell'Indiana, appassionato di poesia e di Barbra Streisand. Mentre l'uomo sta organizzando le nozze con la sua fidanzata storica, la sua anonima e tranquilla esistenza viene sconvolta da un colpo di scena. Durante la cerimonia di consegna degli Oscar, un suo ex studente, divenuto un celebre attore, lo include nel suo discorso di ringraziamento, riferendosi a lui come "il mio professore gay". Sconvolto da questa dichiarazione in diretta televisiva, Howard dovrà avviare un difficile percorso di autoconsapevolezza, che lo porterà a riconoscere ed accettare la propria omosessualità.
La scena cult
Il sofferto coming out provoca al professor Brackett diverse conseguenze spiacevoli, tra cui il licenziamento dal college in cui insegna, annunciato dal preside della scuola durante la cerimonia di consegna dei diplomi. In quel momento, però, irrompe nella sala Cameron Drake, il suo ex studente premiato agli Oscar, che chiede spiegazioni sul congedo del professore. Il preside si giustifica dicendo, a causa del suo ruolo di insegnante, l'uomo potrebbe avere un'influenza negativa sugli studenti, "contagiandoli" con la propria omosessualità. Un pensiero estremamente gretto e retrogrado, specialmente se si considera che, all'epoca dell'uscita del film, l'omosessualità era stata cancellata già da 7 anni dalla lista delle malattie mentali classificate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Per dimostrare al preside l'assurdità della sua affermazione, uno studente si alza in piedi e afferma convinto: "Anch'io sono gay!", sottolineando che con tutta probabilità il "contagio" deve essere avvenuto durante le lezioni di inglese del professore. Il giovane è subito spalleggiato da una compagna, che si alza dicendo: "Uno dei due deve aver contagiato anche me, anche io sono gay!", a sua volta imitata da altri colleghi. A quel punto anche il fratello e i genitori dell'insegnante rivendicano con fierezza la loro omosessualità. Come dimenticare la strepitosa Debbie Reynolds, che si alza impettita ed esclama: "Sono la madre di Howard e sono davvero orgogliosa di lui", per poi aggiungere con molta nonchalance, come se stesse rivelando un dettaglio insignificante: "E sono lesbica!". A quel punto la scena si trasforma in un gigantesco coming out di massa: tutti gli abitanti del paese presenti alla cerimonia, infatti, si presentano e dichiarano la propria omosessualità. Al preside dell'istituto non resta che arrendersi e reintegrare il professor Brackett.