Oscar alla carriera a Miyazaki: “Continuerò con l’animazione finché vivrò”
"La mia più grande fortuna è aver incontrato Maureen O'Hara, oggi": non si schernisce – non è tipo da farlo – Hayao Miyazaki, regista giapponese, padre del cinema di animazione. Ieri Miyazaki è stato premiato dalla International Academy of Motion Picture Arts and Sciences con un Oscar alla carriera, assegnati durante la serata dei Governors Award, preludio a quella vera e propria degli Oscar che si terrà a febbraio 2015. Assieme al maestro del cinema di animazione sono stati premiati anche l'attore e musicista Harry Belafonte, l'attrice irlandese O'Hara e lo sceneggiatore francese Jean-Claude Carriere. Il rapporto di Miyazaki con l'Oscar è lungo e comincia nel 2003 quando vince l'Oscar per "La città incantata", ritenuto il suo capolavoro – che gli è valso anche il Leone d'oro a Venezia – e plurinominato agli Oscar (con "Il castello errante di Howl", "Laputa – Castello nel cielo", "Il mio vicino Totoro"e "Kiki – Consegne a domicilio")
Miyazaki è il primo regista di anime a vincere l'Oscar alla carriera (e il secondo giapponese dopo Akira Kurosawa) e stando alle parole di John Lasseter, a capo della Pixar, che lo ha premiato è il regista più originale con abbia mai lavorato: "Miyazaki ha influenzato profondamente l'animazione, ispirando generazioni di artisti a lavorare nel nostro campo (…). Per statura, influenza, ampiezza e qualità del corpo della sua opera, non ci sarà mai qualcuno che potrà rivaleggiare". La presenza del regista giapponese non era scontata, vista la sua ritrosia ad abbandonare il suo Paese, al punto che nel 2003 non andò a ritirare la statuetta per "La città incantata" – né tantomeno ha partecipato le tre volte in cui è stato nominato -, ma questa volta il regista ha voluto essere presente: "Mia moglie mi disse che sono un uomo fortunato. E sono stato molto fortunato per aver potuto partecipare all'ultima era in cui un film si faceva con carta, matita e pellicola" e ha aggiunto: "Il nostro Paese non ha combattuto una guerra in questi ultimi 50 anni e questo ci ha permesso di lavorare duramente (…). Per questo sono molto felice e sì, sono davvero fortunato per aver vissuto la vita che ho avuto".
Nel febbraio scorso il Maestro aveva deciso di chiudere la sua carriera come regista di lungometraggi, ma in un'intervista al Los Angeles Times ha ribadito di non voler chiudere con l'animazione, continuando con i corti per lo Studio Ghibli, la casa di produzione di cui è fondatore: "Continuerò a fare lavori d'animazione finché vivrò".
La serata ha visto protagonisti, come detto, anche la O'Hara, attrice che ha lavorato, tra gli altri, con John Ford, affiancando John Wayne, Carrere – collaboratore di Bunuel -, il quale ha sottolineato l'importanza di quest'Oscar per la figura dello sceneggiatore che "spesso è dimenticata. Sono come ombre", mentre l'87enne Belafonte, presentato da Chris Rock e Susan Sarandon, si è detto onorato di "essere premiato da miei pari per il mio lavoro sui diritti umani, quelli civili e la pace… Questo zittisce il fragore dei miei nemici".