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Papa Francesco ama il cinema italiano, ecco il suo film preferito: “Adoro Fellini e Anna Magnani”

Il pontefice parla del suo intenso legame con il cinema italiano, nato durante l’infanzia. In particolare, adora il neorealismo di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica e ha una predilezione per Federico Fellini: “Ne La strada c’è un riferimento a San Francesco, lo sguardo degli ultimi che va custodito”.
A cura di Valeria Morini
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Papa Francesco adora il cinema italiano, in particolare Federico Fellini e il neorealismo. Questa passione nasce dall'infanzia, come ha spiegato Bergoglio in un'intervista con monsignor Dario Viganò che è diventata un libro dedicato all'importanza del cinema neorealista. "Devo la mia cultura cinematografica soprattutto ai miei genitori", racconta il pontefice, che ha spiegato come, durante la sua infanzia in Argentina, mamma e papà gli abbiano insegnato ad apprezzare sia le opere liriche che i film.

L'amore per il cinema del neorealismo

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In particolare, il futuro papa, allora bambino, e i suoi fratelli furono spinti a conoscere proprio il neorealismo, stagione straordinaria che ha segnato la rinascita del cinema italiano dopo la guerra e il fascismo, con i capolavori di Roberto Rossellini o Vittorio De Sica che sono diventati famosi in tutto il mondo e ancora oggi influenzano le cinematografie di tantissime nazioni: "Tra i dieci e i dodici anni credo di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, tra cui Roma città aperta di Roberto Rossellini che ho amato molto. Per noi bambini in Argentina, quei film sono stati molto importanti, perché ci hanno fatto capire in profondità la grande tragedia della guerra mondiale".

I film del neorealismo ci hanno formato il cuore e ancora possono farlo. Direi di più: quei film ci hanno insegnato a guardare la realtà con occhi nuovi. (…) Quello neorealista è uno sguardo che provoca la coscienza. I bambini ci guardano è un film del 1943 di Vittorio De Sica che amo citare spesso perché è molto bello e ricco di significati. In tanti film lo sguardo neorealista è stato lo sguardo dei bambini sul mondo: uno sguardo puro, capace di captare tutto, uno sguardo limpido attraverso il quale possiamo individuare subito e con nitidezza il bene e il male.

La strada di Fellini parla di San Francesco

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Il film preferito di papa Francesco è però un altro. "La strada di Fellini è il film che forse ho amato di più", ha svelato, in riferimento al capolavoro di Federico Fellini del 1954, con Giulietta Masina e Anthony Quinn. Un film che, secondo il pontefice, avrebbe dei profondi legami con il Cristianesimo.

M’identifico molto in quel film, in cui troviamo un implicito riferimento a san Francesco. Fellini ha saputo donare una luce inedita allo sguardo sugli ultimi. In quel film il racconto sugli ultimi è esemplare ed è un invito a preservare il loro prezioso sguardo sulla realtà. Penso alle parole che il Matto rivolge a Gelsomina: «Tu sassolino, hai un senso in questa vita». È un discorso profondamente intriso di richiami evangelici. Ma penso a tutto il percorso di Gelsomina: con la sua umiltà, con il suo sguardo pienamente limpido, riesce ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato come si piange. Questo sguardo puro degli ultimi è capace di seminare vita nei terreni più aridi. È uno sguardo di speranza, che sa intuire la luce nel buio: per questo va custodito.

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