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Pif: “Basta autonomia alla Sicilia: abbiamo fallito, la mafia c’è perché la vogliamo noi”

Sul Fatto Quotidiano, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, lancia un durissimo atto d’accusa contro la situazione socio-politica e culturale della sua amata terra d’origine. Palermitano doc, il regista e attore si scaglia contro anni di “inciuci legalizzati”, sostenendo che la Sicilia non merita più l’autonomia regionale: “Abbiamo perso, ammettiamolo. La classe politica ha sperperato il patrimonio economico e culturale perché gliel’abbiamo permesso”.
A cura di Valeria Morini
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Grazie a "Le Iene", alle sue curiose inchieste per "Il Testimone" e al suo primo lungometraggio da regista "La mafia uccide solo d'estate", Pif è diventato uno dei volti più interessanti e richiesti dello spettacolo italiano degli ultimi anni. Prima ancora che un presentatore, un attore e un regista, però, Pierfrancesco Diliberto è un siciliano Doc, nato a Palermo e orgoglioso delle sue origini. Proprio per questo, le sue parole rilasciate in un'intervista pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano e riportate da Huffington Post, suonano disilluse e amarissime. Pif lancia infatti un duro "j'accuse", raccogliendo la provocazione del giornalista Pietrangelo Buttafuoco sull'eventualità di abolire l'autonomia regionale della Sicilia. La risposta dell'attore-regista è perentoria: "La nostra Regione ha dimostrato di non meritare l'autonomia e la facoltà di legiferare".

Proprio in "La mafia uccide solo d'estate", Pif delineava un ritratto tenero e spietato di 30 anni di storia siciliana, un racconto dolceamaro che rifletteva su decenni di stragi, contraddizioni culturali e politiche attraverso il punto di vista del suo alter ego cinematografico Arturo, da lui stesso interpretato. Sul cancro della malavita organizzata, che ancora oggi sembra inestinguibile, Pif interviene con una pesante autocritica:

Forse è arrivato il momento di fermarci e riflettere. La Sicilia ha fallito. Non ha speso i soldi o li ha spesi male. Quando ha avuto l'opportunità, ha mostrato i vizi della politica centrale. La mafia esisterà fino a quando i siciliani lo vorranno, il giorno in cui si sveglieranno e diranno che non la vogliono più, la mafia prenderà un'altra strada.

L'accusa di Pif: "Abbiamo legalizzato inciuci e ruberie per anni"

Nell'intervista, Pif rincara la dose parlando di "fallimento" da parte della classe politica e, più in generale, dell'intero popolo siciliano.

Noi siamo i falliti. Niente avviene a caso. Se la classe politica ha sperperato il patrimonio non solo economico, ma culturale, la colpa è nostra che abbiamo permesso che lo facessero. Oggi non serve levare il sangue al tumore, non serve a niente. Abbiamo legalizzato gli inciuci, le ruberie, cosa andiamo a difendere? Abbiamo perso, è ora di riconoscerlo.

Ecco perché, secondo Pif, l'autonomia regionale andrebbe eliminata. "Meglio non averla", a fronte di una situazione socioculturale che appare ormai compromessa.

Non vedo nessuna luce in fondo al tunnel. Alziamoci in piedi e diciamo che abbiamo perso. Se dopo 69 anni l'autonomia, che poteva migliorare la qualità della vita, è stata usata in questo modo, non vedendo un cambio di mentalità, è meglio non averla. Perché un deputato siciliano guadagna quanto un deputato del Parlamento? La meritocrazia e la logica vorrebbero che l'amministratore di 60 milioni di persone percepisca di più di quello che ne gestisce 2. L'azienda di un privato lo farebbe.

Sul caso del governatore Crocetta, Pif si limita a dire che "Crocetta divide e non unisce. Questo accade da molto prima dell'intercettazione", ma le sue parole, in generale, parlano di rassegnazione e autocoscienza della sconfitta. Quello dell'ex Iena è un giudizio troppo duro o è semplicemente l'amara verità?

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