Scarlett Johansson chiede all’Egitto di liberare Patrick Zaki: “Vittima di torture”
Scarlett Johansson si espone pubblicamente e chiede al governo egiziano la scarcerazione di Patrick Zaki e di altri tre attivisti imprigionati nella carceri della nazione africana. Lo ha fatto con un video che ha fatto rapidamente il giro del mondo: la star di Hollywood ha lanciato un appello affinché lo studente dell'università di Bologna sia liberato insieme a Abdel Razek Gasser, Karim Ennarah, Mohamed Basheer dell'organizzazione Eipr.
Il video di Scarlett Johansson
Oltre a essere una delle dive più pagate e amate del cinema americano, la Johansson è molto impegnata a livello sociale (è ambasciatrice globale per l'Ong Oxfam). "Far sentire la propria voce in Egitto oggi è pericoloso", ha dichiarato nel filmato in cui supporta la Eipr (Egyptian Initiative for Personal Rights, "Vorrei citare i guai di quattro esseri umani arrestati erroneamente per il loro lavoro compiuto lottando per la dignità degli altri: Gasser, Karim, Mohamed e Zaki dell'Eipr". La Johansson ne chiede "l'immediato rilascio", sottolineando come "questi uomini hanno speso la loro vita lottando l'ingiustizia e ora si ritrovano dietro le sbarre", e parla esplicitamente di accuse "false". "Il loro unico crimine è stato quello di difendere la dignità degli egiziani", continua l'attrice, accusando inoltre le autorità di aver "torturato" Zaki, mentre ad Abdel Razek sarebbero state "negate le coperte in una cella d'isolamento fredda come il ghiaccio" .
La storia di Patrick Zaki e degli altri attivisti
Patrick George Zaki è stato arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio e di recente la custodia cautelare in carcere al Cairo è stata prolungata ancora. Secondo Amnesty International, che ha parlato di "accanimento giudiziario", rischia fino a 25 anni di carcere, con le accuse di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e al terrorismo. Il ricercatore di 27 anni, nato ad al-Mansoura, frequenta il “Master Gemma" presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Gli altri tre attivisti dell'Eipr nominati dalla Johannson sono il direttore esecutivo Gasser Abdel Razek, il direttore per la Giustizia penale Karim Ennarah e il responsabile amministrativo Mohamed Basheer, arrestati tra il 15 e il 19 novembre.