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Schindler’s List compie 20 anni

Il capolavoro che ha proiettato Spielberg nell’olimpo dei cineasti contemporanei compie 20 anni. Il regista ha sempre rifiutato il suo cachet e con gli incassi fondò una società no-profit che si occupasse di collezionare testimonianze audio e video dei circa 52mila sopravvissuti allo sterminio nazista.
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"Chi salva una vita, salva il mondo intero". Si chiudeva con la citazione al Talmud babilonese uno dei film più belli della nostra contemporaneità, Schindler's List che oggi compie 20 anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche. E' stato il film che ha permesso a Steven Spielberg di consacrarsi nell'olimpo della settima arte, vincendo sette Oscar nel 1994, tra cui il premio per il miglior film e per la migliore regia. Basato sul romanzo omonomino di Thomas Keneally, il film racconta la storia vera di Oskar Schindler (interpretato da uno straordinario Liam Neeson), l'imprenditore tedesco che riuscì a salvare i 1200 dipendenti ebrei dallo sterminio nazista. Realizzato interamente in bianco e nero, ad eccezione di quattro celeberrime scene (su tutte il cappotto rosso della bambina), il film costò 25 milioni di dollari e riuscì ad incassarne 321 in tutto il mondo, attestandosi al nono posto, tra i migliori incassi di sempre negli Usa. Parte di questi incassi furono utilizzati da Steven Spielberg per creare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, un organizzazione no-profit, tuttora operante, per la collezione audio-video delle testimonianze di circa 52.000 sopravvissuti.

Steven Spielberg rifiutò il suo cachet, non lo hai mai preteso dalla produzione. Lo stesso regista intepretò un cameo nel film, è possibile intravederlo in mezzo agli ebrei che attraversano i campi, sul finire del film. In principio il regista doveva soltanto produrre il film, proponendo Martin Scorsese e Billy Wilder alla regia. Fu contattato anche Roman Polaski che, però, rifiutò per evitare un coinvolgimento troppo personale (il regista è stato un ex deportato polacco). Le riprese furono interamente realizzate a Cracovia, alcune scene furono girate nel Campo di concentramento di Auschwitz, ma la cinecamera si ruppe, portando Spielberg ad intepretarlo come un cattivo presagio. Tutto fu spostato, quindi, nel campo di concentramento di Kraków-Plaszów, pur ricostruendo all'interno un set cinematografico.

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