The Last station, gli ultimi giorni di Lev Tolstoj
Tutti conosciamo il Tolstoj pubblico, autore di capolavori immortali della letteratura come Anna Karenina e Guerra e Pace. In pochi conoscono il lato intimo e personale del celebre romanziere russo. Ed è questo che intende fare Michael Hoffman in The Last Station. Tratto dal libro di Jay Parini (anche co-sceneggiatore), L’ultima stazione – il romanzo degli ultimi giorni di Tolstoj, edito in Italia da Bompiani, il film di Hoffman racconta l’ultimo anno della vita di uno tra i più grandi scrittori della letteratura internazionale e della sua complicata famiglia, concentrandosi in particolar modo sugli aspetti più complessi e profondi della psicologia di quest’uomo, da un’angolazione tutt’altro che prevedibile: l’amore. Un sentimento agrodolce difficile da vivere ma di cui è impossibile farne a meno.
Dopo quasi 50 anni di matrimonio e di relazione tempestosa per la fedele compagna di una vita, la contessa Sofja, Lev Tolstoj decide di punto in bianco – in nome del Tolstoismo, la sua utopica e anarchica dottrina che professava povertà, castità e vegetarismo – di rinunciare al suo titolo nobiliare e a tutti i suoi beni, compresa la villa di Jasnaja Poljana dove era nato, cresciuto e invecchiato. Quando, male influenzato dal suo discepolo prediletto Chertkov, Tolstoj si lascia convincere a cedere i diritti dei suoi romanzi al popolo e non alla famiglia, tra moglie e marito qualcosa si rompe per sempre. Inizia così una feroce lotta al potere fatta di intrighi e vendette in cui si ritroverà suo malgrado coinvolto anche il nuovo assistente di Tolstoj, Valentin Bulgakov, troppo giovane e inesperto per gestire questa delicata diatriba familiare che vedrà Lev costretto ad abbandonare il tetto coniugale per quello che sarà il suo ultimo viaggio. L’ultima stazione a cui fa riferimento il titolo del film è infatti quella di Astapovo, dove Tolstoj morì il 7 novembre 1910 a 82 anni.
Biopic in costume e melodramma che affronta tematiche universali come la passione, l’amore, la famiglia, gli intrighi, l’avidità, il conflitto rese sullo schermo anche con un po’ di brio e ironia da un cast indovinato e di ottimo livello a partire da Christophel Plummer (il Dottor Parnassus nell’ultimo straordinario film di Heath Ledger), l’eccezionale Helen Mirren (che noi di Fanpage abbiamo inserito tra gli Oscar del decennio) e il giovane divo scozzese James McAvoy partner di Angelina Jolie in Wanted.
Enrica Raia