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Torna il cinema in Arabia Saudita dopo 35 anni, “Black Panther” primo film proiettato

Il 18 aprile 2018 riaprirà il primo cinema in Arabia Saudita dopo la messa al bando delle sale di inizio anni Ottanta. Il primo film proiettato è il sueccesso planetario della Marvel, che ha incassato più di un miliardo di dollari in tutto il mondo. Ecco la storia di una piccola rivoluzione.
A cura di Andrea Parrella
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Foto account Twitter "alcinema_sà", gestito dal governo saudita
Foto account Twitter "alcinema_sà", gestito dal governo saudita

Vista da qui, quella del divieto dei cinema in Arabia Saudita applicato dagli anni Ottanta fino a poche settimane fa pare qualcosa di impensabile, surreale. Eppure per circa 35 anni uno dei paesi musulmani più conservatori al mondo non ha avuto sale cinematografiche attive, né tantomeno proiezioni di film, pratica che nella cultura occidentale è data sì tanto per scontata da essere messain discussione in questo momento storico, vista la proposta alternativa di altre forme di intrattenimento.

Il 18 aprile 2018, a Riad, città situata nel distretto finanziario King Abdullah, si terrà la prima proiezione cinematografica in Arabia Saudita da 35 anni a questa parte. Il film in questione, proposto in una sala da 620 posti, è Black Panther, uno dei maggiori successi cinematografici degli ultimi mesi, con cui Marvel ha incassato più di un miliardo di dollari in tutto il mondo. Più che di una proiezione pubblica, si tratta di un evento su invito in un luogo abitualmente utlizzato per concerti di musica classica, che tuttavia farà da apripista alla piccola rivoluzione che interesserà lo stato arabo.

La decisione del principe saudita

La decisione di riaprire le sale cinematografiche fa parte dell'ampio programma di riforme denominato "Vision 2030" e voluto dal principe ereditario Mohammed Bin Salman, poco più che trentenne. Il programma prevede un mega investimento da 64 miliardi di dollari e l'apertura di oltre 300 sale su tutto il territorio saudita entro la data del 2030. Una serie di misure che, come affermato da esperti analisti, dovrebbe dare un forte impulso all'economia ed avvicinare l'Arabia Saudita alla cultura occidentale. Nei mesi scorsi le autorità saudite hanno illustrato il piano di investimenti da 64 miliardi di dollari nel settore, che sarà spalmato sui prossimi dieci anni e che dovrebbe dare un grande impulso all'economia. L'incarico per questo "ritorno al futuro" sarà affidato alla Amc Entertainment, il colosso americano che ha ottenuto la licenza e firmato un accordo con il fondo del sovrano saudita.

I prezzi dei biglietti

Dal prossimo maggio, dunque, i sauditi potranno recarsi nelle sale acquistando biglietti che, secondo al-Arabiya, saranno venduti alla cifra di 50 riyal circa (quasi 11 euro), non senza restrizioni figlie della cultura del luogo. Le sale manterranno infatti la divisione dei posti per genere, regola applicata in tutti i luoghi pubblici in Arabia Saudita.

Le donne potranno guidare in Arabia Saudita

Prosegue dunque il processo di ammorbidimento delle posizioni saudite su alcune restrizioni che hanno caratterizzato il paese negli ultimi decenni. Quello della riapertura dei cinema arriva a pochi mesi di distanza dalla decisione di concedere alle donne di guidare un'automobile, decisione che aveva sorpreso l'opinione pubblica nel recente passato.

Perché i cinema erano vietati?

La rigidità dello stile di vita saudita, d'altronde, è cosa nota. Sul codice culturale del paese arabo ha sempre avuto grande influenza il condizionamento di una corrente particolarmente rigida dell’Islam sunnita, il Wahhabismo. L'applicazione di leggi così severe come quella del divieto di guida per le donne e l'embargo alle sale cinematografiche, aboliti solo di recente, ha le sue radici in un fatto storico ritenuto l'elemento scatenante del giro di vite che avvenne a inizio anni Ottanta, ovvero il sequestro della Grande Moschea della Mecca, datato 1979. Un gruppo di terroristi islamici, con il chiaro intento di fermare l'avanzata dell'occidentalizzazione del paese, assaltò uno dei più rilevanti luoghi di culto islamici e lo tenne sotto scacco per due settimane, costringendo all'intervento non solo le forze militari saudite, ma anche le truppe francesi e pakistante. I fatti spinsero la famiglia reale a fare un passo indietro rispetto al processo di modernizzazione, introducendo alcune restrizioni di tipo conservativo, tra le quali proprio la messa al bando dei cinema.

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