Troppo grasso per volare, il regista Kevin Smith giù dall’ aereo
La “legge del peso” sugli aerei non risparmia nessuno, nemmeno le celebrità di Hollywood.
Sabato scorso, il regista e attore statunitense Kevin Smith in viaggio da Oakland a Burbank è stato lasciato a terra dalla Southwest Air, perché troppo grasso. Smith era già seduto al suo posto ma, pochi minuti prima del decollo, il personale di bordo lo ha invitato a scendere. Il motivo? La sicurezza del volo che impone ai clienti extralarge di occupare due posti anziché uno. Sfortuna ha voluto che il regista, nonostante avesse seguito la prassi della compagnia acquistando due biglietti, si sia ritrovato su un aereo decisamente troppo affollato. Da qui la richiesta di scendere ed aspettare il volo successivo nel quale c’era disponibilità di due posti liberi.
Non è la prima volta che accade un fatto simile. Questa volta però la vicenda ha fatto scalpore, non solo per l’identità nota del viaggiatore, ma anche perché l’irriverente regista di Clerks non le ha certo mandate a dire alla compagnia aerea, scatenando una feroce polemica sul suo profilo di Twitter che in poco tempo ha raccolto migliaia di consensi, portando la notizia alla ribalta nazionale, e non solo. “Sono troppo grasso. Se anche voi siete come me, potreste essere espulsi dalla Southwest Air”, si è sfogato Smith sul portale di microblogging.
E sempre al web la compagnia ha affidato le sue scuse al regista, pubblicando sul proprio blog un comunicato dal titolo “Not so silent Bob” , in cui oltre a scusarsi per l’inconveniente, ha ribadito di aver seguito correttamente la procedura dando di fatto la colpa al regista. “Il signor Smith ha effettivamente comprato due biglietti per il volo Oakland-Burbank ma ha deciso all’ultimo momento di anticipare il volo mettendosi in lista di attesa. Al check in, sull’aereo era rimasto un solo posto disponibile. I nostri piloti sono responsabili della sicurezza di tutti i passeggeri sull’aeromobile, e per questo motivo il signor Smith avrebbe avuto bisogno di un posto ulteriore”.
Enrica Raia