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Venezia 70: a William Friedkin il Leone d’Oro alla Carriera

Il regista de “L’esorcista” riceve il Premio alla Carriera, occasione per la quale sarà proiettata il restauro de “Il Salario della Paura” opera della Warner Bros.
A cura di Daniela Scotto
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Tremate, William Friedkin è tornato al Lido. E non perché abbia portato con sé un nuovo, inquietante titolo della sua lunga carriera, ma perché ne ha per tutti, per Hollywood, per gli Studios, per la magia del cinema che non esiste più e che piuttosto è stata sostituita dalle ben più interessanti produzioni per la tv via cavo. Il regista che più di tutti ha segnato l’immaginario del perturbante sul grande schermo, dal capolavoro de L’esorcista (1973) fino all’ultimo, spiazzante Killer Joe dell’anno scorso, non ne può più di remake, capitoli, saghe e tutte le politiche del riciclo con cui Hollywood, a detta del regista, sta disegnando la sua fine.

A Venezia 70 per ritirare il suo Leone D’Oro alla Carriera, la conferenza stampa del grande regista si è trasformata in un’occasione per parlare di quel “cinema dopo il big bang”, come lo ha definito ieri il Direttore della Mostra Alberto Barbera. L’epoca in cui aleggiava soltanto il sospetto che alcune serie tv fossero veramente troppo meglio di tanto cinema è finita per sempre. Stavolta a dirlo non è un manipolo di affezionati ma un maestro della narrazione per immagini. La premiazione prevede anche la proiezione del film del 1977, “Sorcerer: il salario della paura”, uno dei titoli di Friedkin più acclamati dalla critica ma al contempo, quello che ha avuto una vicenda particolarmente travagliata. Il restauro del film è opera della Warner, cominciato con una scansione in 4K del negativo originale in 35mm.

Come ha dichiarato il regista nel comunicato diffuso dalla Biennale, “Il salario della paura è il mio film più personale e il più difficile da realizzare. Sapere che sta per avere una nuova vita al cinema, è qualcosa di cui sono profondamente riconoscente. Il fatto poi che il film abbia la sua prima mondiale alla Mostra di Venezia, è qualcosa che attendo con grande gioia. È una vera resurrezione di Lazzaro”. La personalità coerente con la propria maniera di intendere la produzione cinematografica fino in fondo (riuscireste a pensare ad attuali remake autorizzati da Friedkin de L’esorcista con Ellen Fanning, magari, nei panni che furono di Linda Blair o di Vivere e morire a Los Angeles girato da Micheal Bay?) gli è valsa questo premio, che lo impone definitivamente come uno dei grandi maestri di cui conoscere bene l’opera, per chiunque voglia intraprendere una carriera da regista. Quindi, quale migliore occasione se non la riscoperta di un classico ritrovato?

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