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Venezia 70, James Franco dirige “Child of God”, Jesse Eisenberg in “Night Moves”

I film in concorso della quarta giornata: la trasposizione da Cormac McCarthy di James Franco e l’ecothriller “Night Moves” non convincono fino in fondo.
A cura di Daniela Scotto
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La quarta giornata di concorso alla 70esima Mostra di Venezia si è aperta con “Night Moves” di Kelly Reichardt, che ritorna al Lido dopo "Meek’s Cutoff" del 2010. E’ la storia di tre ambientalisti alla loro prima seria esperienza di attentato green, con Dakota Fanning nei panni della figlia di papà che non riflette prima di far esplodere una diga e un impassibile Jesse Eisenberg, suo gelido compare nell’impresa, talmente consapevole delle sue azioni, da riuscire ad oltrepassare la sua stessa coscienza fino ad annientarla del tutto.

Le atmosfere sono quelle di un film thriller, tutto il plot è concentrato sull’azione e sulle sue conseguenze, lo spettatore è risparmiato dalla discussione di merito ma viene sollecitato soltanto sul feedback che questo tipo di iniziative guerrigliere possa avere su chi le compie. Va bene, ma perché? Cosa ha fatto di questo ragazzo insensibile alle meraviglie del wi-fi un ecoterrorista? Ci crede davvero o è solo un modo come un altro per dare sfogo ad un qualche tremendo istinto? La risposta è data alla forse troppo libera interpretazione del pubblico.

In arrivo anche “Child of God”, l’atteso film diretto dall’uomo dai conclamati talenti plurimi James Franco. Per la seconda volta l’attore, una delle personalità più off dello star system, da sempre in fuga dall’etichetta di bello e dannato, porta sul grande schermo un romanzo, un Cormac McCarthy particolarmente crudo, il cui protagonista è un emarginato, assassino e pure necrofilo. Franco mette in chiaro con un’orribile scena iniziale ai limiti del filmabile chi è Lester Ballard (interpretato dal coraggioso attore texano Scott Haze, con tanto di occhi di ghiaccio): un animale dei boschi, uno psicopatico potenzialmente assassino, un figlio maledetto del Signore. Le sue gesta, nel sopravvivere di espedienti ai margini di una comunità che per troppa indulgenza ancora gli permette di girarvi intorno, sono di sequenza in sequenza sempre più agghiaccianti.

Per una buona prima parte del film, ci si interroga su quanto la mancanza di comprensione, la solitudine e la spietatezza del prossimo possano influire su una mente border-line come quella di Lester. Ma una fidanzata cadavere dopo l’altra, non c’è più alcuna speranza, “Child of God” è la storia di un pazzo assassino, con tanto di scalpo ad una delle ragazze uccise, emblema di un registro da killer psicotico a pieno titolo. Una fuga all’inferno senza ritorno, che parte con pretese di cinema di ampio respiro non mantenute fino alla fine. James Franco è al Lido anche in veste di attore in “Palo Alto”, film di Gia Coppola (nipote, altro membro della stirpe datosi al cinema, dopo Sofia e Roman) tratto dall’esordio narrativo proprio di Franco, “In stato di ebbrezza”, per la sezione Orizzonti.

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