Vogliono “sbiancare” Mulan, tutti contro la Disney
"Dite alla Disney che non volete una Mulan sbiancata!". È il grido di battaglia di Nathalie Molnar, istitutrice e prima firmataria della petizione avviata su Care2, che chiede che l'annunciato remake del film d'animazione Disney con attori in carne ed ossa, venga realizzato rispettando le differenze etniche delle popolazioni protagoniste. Una campagna preventiva contro il "whitewashing" di Mulan e di tutti gli altri personaggi, che ha già raggiunto quota 35mila firme.
Si legge nella petizione:
Il whitewashing, la pratica di scritturare attori e attrici bianchi caucasici in ruoli originariamente intesi per personaggi di colore, è troppo comune a Hollywood.
E nel testo della petizione si fanno i nomi di "Ghost in the Shell", adattamento del fumetto che vede Scarlett Johansson nei panni della nipponica poliziotta Motoko Kusanagi, e ancora "L'ultimo dominatore dell'aria" e "Pan". Nel testo, Nathalie Mornar invita tutti i firmatari a prendere una posizione netta nei confronti della Disney, pretendendo un'attrice asiatica per il ruolo di Mulan. Il "whitewashing" punta infatti a non dare mai un ruolo da eroi ad arabi, ad africani e ad asiatici, portando a credere che le qualità positive siano prerogativa esclusiva dell'etnia bianca. Un grave paletto che impedisce ad attori non bianchi di avere opportunità di lavoro, oltre a farsi megafono di un messaggio sbagliato verso tutti gli spettatori, soprattutto i più giovani.
Ed è grande l'attesa per il live action di uno dei film più amati della saga delle Principesse Disney. Mulan è il 36esimo classico della storia seguendo il canone ufficiale della casa d'animazione. Nonostante il buon successo di pubblico e critica, alla sua uscita nel 1998, Mulan non ha ottenuto nessun premio Oscar ma è riuscito ad incassare in worldwide ben 304 milioni di dollari, contro i 90 di produzione.