When you’re strange: Morgan ci racconta i Doors
Approda oggi in Italia “When you’re strange”, docu-film del regista Tom DiCillo, che, con questo progetto, ha cercato di far luce sulla vera storia dei Doors e di Jim Morrison, lasciandosi alle spalle la prima produzione sul gruppo “The Doors” di Oliver Stone, film egregiamente interpretato, ma, a detta degli stessi membri della rock band, poco interpretativo della realtà.
Il documentario di DiCillo, autore di un montaggio eccezionale basato esclusivamente su documenti veri, materiali d'archivio, apparizioni televisive, foto e video spesso inediti che seguono il gruppo sin dai corridoi dell’UCLA, l’università complice dell’incontro tra Morrison e il tastierista Manzarek,, conta già una sfilza di presenze e riconoscimenti, è stato, infatti, introdotto per la prima volta al Sundance Film Festival 2009, selezionato al Berlin International Film Festival 2009, e nel 2010 è stato candidato agli Emmy Awards tra i programmi non-fiction e vincitore del Grammy Award per la categoria Best Long Form Music Video.
Un’anteprima tutta romana, invece, al cinema The Space-Moderno in piazza della Repubblica ieri sera, 20 giugno, per la versione italiana della pellicola, che debutterà, poi, nelle sale cinematografiche stasera 21 giugno e verrà successivamente trasmessa il 3 luglio alle 21:15 sul digitale terrestre da Studio Universal per poi essere distribuita in dvd a partire dal 6 luglio in un cofanetto Feltrinelli, all’interno del quale sarà incluso anche il libro “I giorni del Caos” di John Delmonico, volume in cui lo scrittore ricostruisce le sue tesi sulle manie persecutorie della CIA e dell’FBI nei confronti di Jim Morrison.
Voluta dal regista la presenza nel film del versatilissimo Johnny Depp, qui nelle inconsuete vesti di narratore delle vicende di Jim e compagni, ruolo che invece, nella versione italiana, è stato assegnato al cantante Morgan, a dir poco entusiasta della partecipazione e che, in onore del complesso, ieri sera ha aperto la proiezione in anteprima con un mini – concerto di quattro pezzi, utilizzando lo stesso basso Rhodes che fu di Ray Manzarek.