“Woody Allen è un misogino ossessionato dalle minorenni”: gli appunti privati scatenano l’accusa
"Woody Allen è ossessionato dalle minorenni": a lanciare l'accusa è il giornalista del Washington Post Richard Morgan. L'uomo ha visionato tutti gli appunti che il regista ha donato alla Princeton University. Tra le pagine, ricorrerebbero descrizioni di donne minorenni, fantasie su attrici con cui ha lavorato e commenti lascivi. L'ufficio stampa del regista non ha replicato alla richiesta di un commento.
I documenti donati da Allen alla Princeton University
Richard Morgan ha spiegato come è venuto a conoscenza della presunta misoginia e attrazione per le minorenni che caratterizzerebbero Woody Allen: "Ho visto la sua carriera da vicino attraverso le bozze e gli scarabocchi contenuti nelle 56 scatole, archivi personali che il regista sta curando dal 1980 nella Princeton University". Quindi ha spiegato di essere la prima persona che ha passato in rassegna tutto il materiale: "Allen semplicemente esprime una noiosa e ripetitiva misoginia. Il regista che è stato nominato per 24 Oscar, non va oltre l'idea dell'uomo lascivo e della sua bella conquista. Idea attorno a cui ruota gran parte dei suoi film. Si attengono, infatti, quasi religiosamente alla stessa formula: una relazione sull'orlo del fallimento gettata nel caos dall'introduzione di un elemento esterno, quasi sempre una giovane donna".
Le giovani donne che ricorrerebbero nei suoi appunti
Richard Morgan passa a elencare alcuni dei personaggi in cui si è imbattuto esaminando gli appunti di Woody Allen: "C'è una insistente, vivida ossessione per le giovani donne. C'è una sedicenne descritta come ‘un'appariscente e sexy bionda con una vestaglia rosso fiammante'. C'è una diciassettenne che fa innamorare il suo vicino di casa di 53 anni. Di un altro personaggio dice ‘non dovrebbe avere 20 o 21 anni, sembra più una diciottenne – o anche diciassettenne – ma diciottenne sarebbe meglio'".
I riferimenti a Janet Margolin e Nati Abascal
Negli appunti, Woody Allen fa riferimento anche all'attrice Janet Margolin, con il quale ha lavorato nel film ‘Io e Annie' e che è deceduta nel 1993. Il regista, secondo quanto riportato da Morgan, simulerebbe una finta intervista, nella quale scrive: "Di tanto in tanto sono stato forzato a fare l'amore con lei per avere una performance decente. Ho fatto ciò che dovevo fare ma nel senso lavorativo del termine".
Il giornalista, inoltre, riporta quanto scritto da Allen sotto a una foto della spagnola Nati Abascal che ha lavorato con lui nel film ‘Il dittatore dello stato libero di Bananas': "Se sapeva recitare? Sì. Mi ha bloccato la mano che avevo allungato verso la sua coscia mentre discutevamo dello spettacolo. Ho tirato fuori il contratto dalle mie tasche e abbiamo firmato entrambi, ma non prima di parlarle dell’obbligo sessuale che faceva parte del lavoro di ogni attrice che ha lavorato con me. Ho apprezzato il suo corpo per ciò che era, cioè il corpo di una ragazza. Si è abituata presto ai miei modi. Consapevole della mia figura paterna sul set (un regista è questo) le ho permesso di parlarmi dei suoi problemi". Il portavoce della Abascal non ha replicato alla richiesta di un commento. Questi stralci, però, per stessa precisazione di Morgan potrebbero essere delle "parodie". Una sorta di fantasia su fatti mai avvenuti.