Zarafa, la Giraffa Giramondo viaggia sulle note di Vinicio Capossela
Arriva in Italia il film francese d’animazione sulla giraffa che in madre patria ha già guadagnato 10 milioni di euro al box office. Ora questa storia si appresta a conquistare l'Europa e l'Italia, dove uscirà il prossimo 4 aprile. La pellicola è diretta da Rémi Bezançon e da Jean-Christophe Lie, che è un nome noto nell'ambiente, vista la sua partecipazione a successi Disney come “Il Gobbo di Notre Dame”, “Hercules” o “Tarzan” ai quali ha dato il suo contributo tecnico, oltre che al delizioso “Appuntamento a Belleville”, scritto e diretto da Sylvain Chomet . Una storia d'amicizia e di libertà che vanta, nella versione italiana, la partecipazione di Vinicio Capossela che presta la voce al personaggio del vecchio saggio, voce narrante della storia e che per l’occasione ha composto la canzone originale “Zarafa Giraffa”.
La trama
Il film, liberamente ispirato a una storia vera, narra l'avventura della prima giraffa arrivata in Francia in veste di dono da parte del pascià egiziano per il Re francese Carlo X, come richiesta d'aiuto in vista dell'attacco dei turchi. La pellicola inizia sotto un albero di baobab, dove ritroviamo un vecchio saggio intento a raccontare a dei bambini la storia dell'amicizia tra Maki, un bambino di 10 anni e Zarafa, la giraffa giramondo, orfana della mamma. Hassan, il beduino che ha deciso di prendersi cura di Maki, ha ricevuto dal pascià l’incarico di portare Zarafa in Francia e i tre intraprendono il lungo viaggio che dal Sudan li porterà fino a Parigi, attraverso Alessandria, Marsiglia e sulle cime innevate delle Alpi, dove vivranno una serie di avventure, assieme all’aviatore Malaterre e a una stramba coppia di mucche dal nome Mounh e Sounh.
Il cast
Il cast di doppiatori vanta delle voci d'eccezione sia nella versione originale, in francese, sia in quella italiana. L'anziano uomo di cui non conosciamo il nome e che narra la storia è interpretato da Vernon Dobtcheff, attore franco-inglese molto famoso in madre patria, mentre nella versione che vedremo nei nostri cinema è proprio il cantante Vinicio Capossela a prestare la voce al personaggio. Il bambino protagonista insieme alla giraffa, Maki in originale è interpretato da Max Renaudin mentre in italiano da Tito Marteddu. Il commerciante di schiavi, Moreno, in originale vanta la voce del celebre attore francese Thierry Frémont, mentre in italiano lo ascolteremo con la voce di Pasquale Anselmo. La voce originale del beduino Hassan è di Simon Abkarian, mentre da noi è Francesco Prando a intepretare questo fascinoso personaggio.
La recensione
Una storia che è già di per se una metafora. La dimostrazione di quanto la libertà sia la cosa più importante nella vita di ogni essere vivente, che sia esso un uomo, piuttosto che una giraffa. I due registi riescono a raccontare una storia per bambini riuscendo a rimanere alla larga da inutili sentimentalismi, al contrario, basandosi su fatti realmente accaduti, sviluppano un racconto che procede a passo lento, con quella lentezza per niente fastidiosa, alla quale oramai non siamo più abituati in tempi in cui anche il cinema cede alla frenesia. Vengono toccati molti argomenti non facili, come la schiavitù moderna, tematica molto scottante in Francia, o temi come l’amicizia e la ricerca di un padre. O ancora, il significato di una promessa, che il protagonista è intenzionato a mantenere a tutti i costi, dando una lezione sia agli altri personaggi che allo spettatore stesso, ma senza mai usare toni moralistici. Un'episodio quindi, realmente accaduto, che è diventato leggenda, sul quale i due registi hanno lavorato prendendosi la licenza poetica di dare più avventura alla storia riuscendo a catturare l'attenzione per i 70 minuti di durata della pellicola. Un lavoro certosino, realizzato a partire da 150.000 disegni eseguiti a mano da una troupe di 250 persone in 8 diversi studi del mondo, che mantiene quel fascino di un'animazione d'altri tempi, molto meno computerizzata e decisamente più hand-made. Azzeccatissima anche la scelta di Capossela per il doppiaggio italiano del vecchio saggio, che è il filo conduttore di tutta la narrazione. Non a caso è stato scelto un cantautore che da sempre mantiene un collegamento con il mondo dell'infanzia, riscontrabile in una parte della sua produzione musicale spesso ispirata a filastrocche, marcette e ballate, dal quale, aggiungendo il talento dell'artista nel raccontare personaggi e vicende, non poteva che risultare un connubio perfetto per il film. Adatto ai più piccoli come anche a un pubblico adulto, fa tornare la nostalgia di quelle pellicole d'animazione che oramai stentiamo a trovare in sala, sperando che possa bissare anche da noi l'immenso successo avuto in patria.