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Zoe Kravitz discriminata: “Non mi diedero un ruolo in Batman per via della mia razza”

Intervistata da Nylon, la figlia di Lenny Kravitz e Lisa Bonet ha spiegato di essere stata discriminata nel suo lavoro, per via del colore della sua pelle. Ha aggiunto, poi, che sin da bambina si è ritrovata a doversi difendere dagli insulti razzisti. Non riusciva ad accettarsi e si ammalò di anoressia.
A cura di D.S.
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Zoe Kravitz, intervistata da Nylon, ha raccontato: "Ho subito discriminazioni per via della mia razza". L'episodio risale a qualche anno fa, quando provò ad ottenere un ruolo nell'ultimo film dedicato a Batman.

"Nell'ultimo film su Batman (Il cavaliere oscuro – il ritorno), mi hanno detto che non potevo fare un'audizione per un piccolo ruolo per cui erano in cerca di un'attrice, perché non avevano intenzione di rendere il film troppo urban. Ho pensato: "Cosa c'entra questo? Pensano che io mi metta a dire cose come: ‘Yo, come butta Batman?""

Ha evidenziato, dunque, un pregiudizio di fondo, basato sul colore della sua pelle. In passato, invece, è riuscita ad ottenere diversi ruoli pensati per attrici bianche. Nel 2007, ad esempio, vestì i panni di Chloe nel film con Jodie Foster, Il Buio nell'Anima.

"Quella parte era stata scritta per una donna bianca e originaria della Russia. Ho fatto un'audizione e hanno cambiato quel ruolo, adattandolo a me".

"Da piccola i miei compagni bianchi mi insultavano, mi ammalai di anoressia"

La figlia dell'attrice Lisa Bonet e del rocker Lenny Kravitz ha spiegato di essersi dovuta difendere dagli insulti razzisti, sin da quando era bambina. Frequentava, infatti, una scuola dove gli alunni bianchi erano in netta maggioranza. All'epoca era "una paffuta e goffa ragazzina in mezzo a bellissime bimbe bionde". Non riuscendo ad accettarsi, iniziò a lottare con l'anoressia. Ai suoi compagni diceva:

"Sono bianca come tutti voi. Mi identifico con la cultura bianca. Non mi identifico con la cultura nera, non mi piacciono i film di Tyler Perry e non faccio musica hip-hop".

Ovviamente crescendo ha imparato ad essere orgogliosa della cultura nera:

"Ho imparato che la cultura nera è molto più profonda di quello che dicevo ai miei compagni, ma sfortunatamente quello era ciò che trapelava dai media. Quello è ciò che le persone vedono. Quello era ciò che io vedevo. Poi, però, sono cresciuta. Ho iniziato a vedere i film di Sidney Poitier. Ho ascoltato Billie Holiday e Nina Simone. Ho dovuto fare tabula rasa e ricominciare. Questa è la mia missione, soprattutto come attrice".

Infine, ha ribadito di non avere alcuna intenzione di costruire la sua carriera su stereotipi razzisti:

"Non voglio recitare il ruolo di una povera ragazza del ghetto".

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