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Francesco Arca dalla De Filippi a Ozpetek, può un tronista diventare attore?

Tutti a chiedersi come sia possibile, ma in “Allacciate le cinture” Ozpetek non fa che ripetere uno schema adottato più volte in passato (vedi Argentero), con cui bonifica la cattiva reputazione di un personaggio facendo leva proprio sull’incredulità del pubblico.
A cura di Andrea Parrella
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Chiunque si sia trovato in una sala da cinema nelle ultime settimane, di quelle in cui prima di mostrarti il film ti bombardano di trailer delle pellicole a venire, avrà certamente percepito straniamento dopo aver visto l'associazione del nome di Francesco Arca a quello di Ferzan Ozpetek. "Ma chi, l'ex tronista? Quello che faceva Uomini e donne? In un film di Ozpetek?", queste le domande possibili che avranno sfiorato la mente di molti o che saranno state pronunciate ad alta voce. Ed è vero, un po' insolito potrebbe apparire e a volerla leggere da una prospettiva aforistica si concluderebbe che la reputazione di una persona viene inesorabilmente compromessa dalle cose fatte nel proprio passato.

Realisticamente invece, se si pensa al percorso da regista di Ozpetek si risale facilmente ad una sua vocazione naturale al tentativo di riabilitazione o emancipazione pubblica di personaggi con una storia professionale per certi versi simile a quella di Arca. Tentativi più o meno riusciti, basti pensare in ordine cronologico ad Alessandro Gassman in "Il Bagno Turco – Hamam", o di Gabriel Garko ne "Le Fate Ignoranti" e, più di recente, la scelta fortunata di Luca Argentero in "Saturno Contro". Poca novità dunque nel vedere Arca nell'ultimo lavoro del regista di origini turche, se non per l'accenno di sorpresa derivante dall'impegnativo ruolo da protagonista in coppia con Kasia Smutniak (binomio di cui si è parlato anche sui giornali di gossip per un presunto flirt poi smentito).

Gli inizi, tra De Filippi e Lele Mora – Se si pensa al recente e al remoto passato del ragazzo senese si nota un decorso delle cose che ha seguito il moto di un gambero, partendo da un esplosivo ingresso nel mondo defilippiano: dal programma "Volere o Volare" nel 2004, fu proiettato l'anno dopo sul trono di Uomini e Donne, durante l'età d'oro del format ideato dalla nota conduttrice. Arca entrò così di diritto in quel pantheon di privilegiati della scuderia di Lele Mora insieme a personaggi come Costantino Vitagliano, godendo per qualche tempo di una popolarità al di fuori di ogni logica se rapportato alle qualità reali dimostrate sul piccolo schermo.

La "disintossicazione", gli studi da attore – Ma come ha spiegato in un'intervista di questi giorni, nella quale si celebra la sua metamorfosi, nel 2007 ebbe la forza e l'occhio lungo di abbandonare la scuderia, poi naufragata di recente con l'arresto dello stesso Lele Mora, impiegando diversi mesi a ripulirsi, per poi concedersi tre anni di tempo per perseguire la sua passione, la recitazione. Così, trasferitosi nel 2007 a Roma ha iniziato a studiare recitazione e dizione con Anna Macci per iniziare una fase della sua carriera in cui, pur considerando una già relativa celebrità, ha cominciato a fare quella che si suol chiamare gavetta, collezionando piccoli ruoli in soap televisive come "Incantesimo 10", per approdare poi al cinema con Federico Moccia, nel suo "Scusa Ma Ti Voglio Sposare". E mentre il gossip continua a parlare di lui per le storie ed i flirt nati con personaggi gravitanti nel mondo dello spettacolo, da Laura Chiatti al flirt recente con Irene Capuano, Arca approda alla fiction Rai "Ho Sposato uno Sbirro", trampolino per "Le Tre Rose di Eva", che lo riconsegna al grande pubblico, consolidando la sua popolarità. Un riscontro che gli viene riconosciuto con la chiamata per il ruolo protagonista nella sedicesima stagione de "Il Commissario Rex".

E' solo l'aperitivo del ruolo più impegnativo della sua carriera sino a questo momento, proprio quello in "Allacciate le cinture". Solo quando si avrà modo di analizzare la sua performance si potrà giungere ad una conclusione di merito, ovvero capire  se il regista abbia fatto centro anche in questo caso, riconsegnando così al pubblico un personaggio pienamente disintossicato e bonificato dai propri precedenti. E se, in tal caso, Francesco Arca si potrà definire davvero un attore meritevole oppure se nella scelta di Ozpetek sarà prevalso proprio l'intuito di approfittare del contrasto insito nel personaggio di Arca, di certo un'esca valida per un pubblico ampio, tra chi lo ha sempre seguito e chi andrà a vedere il film con la curiosità di chi si chiede come possa essere venuta in mente quest'opzione a Ferzan Ozpetek.

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