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Il Marocco contro il film sulla prostituzione: minacce di morte al cast

Il film marocchino “Much Loved” di Nabil Ayouch, presentato a Cannes 2015, racconta senza censure il mondo della prostituzione a Marrakesh ed è stato inizialmente vietato in madrepatria, perché considerato offensivo verso “i valori morali e la donna”. Cast e regista hanno subito minacce di morte e vivono sotto protezione, mentre un attore è stato aggredito per strada. Dalla Francia, oltre 80 registi e produttori hanno lanciato una petizione in difesa della pellicola.
A cura di Valeria Morini
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Dopo le feroci polemiche scoppiate in Marocco in seguito al concerto di Jennifer Lopez, un nuovo scandalo colpisce la nazione nordafricana. Se nel primo caso, il sexy e succinto abbigliamento scelto dalla popstar per salire sul palcoscenico del festival Mawazine a Rabat ha fatto indignare gli islamisti, a finire nel mirino della classe dirigente più radicale e conservatrice è stavolta il film "Much Loved", appena presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2015. Diretto dal regista franco-marocchino Nabil Ayouch, è stato inizialmente proibito in madrepatria ancora prima dell'uscita. Il motivo è la pruriginosa tematica affrontata dalla pellicola: "Much Loved" è un ritratto impietoso e senza ipocrisie del mondo della prostituzione nel Paese arabo, ufficialmente proibita ma in realtà comunemente praticata. Al centro, quattro donne di Marrakesh impegnate nel mestiere più antico del mondo, Nouha, Randa, Soukaina e Ahlam. La decisione di vietare la pellicola è stata poi ritirata, ma nel frattempo il polverone sollevato ha compreso persino gravi minacce ad Ayouch e agli attori.

Il film mostra senza remore transessuali, clienti dediti alle orge, poliziotti corrotti, violenza. Una serie di contenuti giudicati inaccettabili dalle autorità marocchine, tanto che secondo il ministero della Comunicazione il film "arreca un’offesa grave ai valori morali e alla donna marocchina, e porta un grave danno all’immagine del regno". Retto dal monarca Muhammad VI, il Marocco ha intrapreso negli ultimi anni un notevole processo di modernizzazione e apertura alla democrazia, ma evidentemente certi temi restano ancora troppo spinti. Durissima la reazione di alcune frange fondamentaliste del Paese, tanto che sia Ayouch che il cast hanno ricevuto minacce di morte. Youssef El Idrissi, uno degli attori, è stato addirittura accoltellato per strada ed è rimasto leggermente ferito. Loubna Abidar, interprete del personaggio di Nouha e unica attrice professionista impegnata nel film, ha raccontato alla radio locale Plus:

Non capisco una reazione simile, bisognerebbe avere visto il film per giudicare. Ricevo minacce di morte sul cellulare e sul telefono di casa, se la prendono anche con la mia bambina, hanno creato una pagina Facebook con il mio indirizzo.

Sia lei che le altre tre protagoniste, oltre al regista, sono ora sotto protezione. Ayouch ha difeso strenuamente il suo film:

La prostituzione esiste, non ho voluto certo sporcare l’immagine del Marocco. Quelli che la macchiano sono coloro che proibiscono il film. Da 15 anni la libertà di espressione fa enormi passi avanti, ma con questa messa al bando viene tutto azzerato. Io ho voluto mostrare un pezzo di realtà, dire tutto, senza concessioni né falsi pudori.

Immediata la risposta del mondo cinematografico francese: oltre ottanta registi e produttori hanno lanciato una petizione per esprimere la loro solidarietà con l'autore e il cast. Tra loro, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Costa-Gavras, Michel Hazanavicius, Arnaud Desplechin e Laurent Cantet.

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